Ex asilo, Indelicato: “Basta lobotomizzare Saronno per l’ennesima palazzina di marzapane”

SARONNO – “Quello che non fecero i Barbari hanno fatto i Barberini”. Così mormorava il popolo romano all’alba del secolo XVII, quando i nobili Barberini edificavano il proprio palazzo di famiglia utilizzando come materiale edilizio parti marmoree divelte dal Colosseo. Da allora i Barberini sono passati alla storia, per antonomasia, come distruttori non solo e non tanto di città, ma del passato stesso di queste ultime. A Saronno non abbiamo i Barberini, ma l’amministrazione leghista”.
Inizia così la nota del consigliere comunale indipendente Alfonso Indelicato che firma una nuova stoccata all’Amministrazione comunale.
“I suoi esponenti non si sono certo appropriati di vestigia della Corte Vago o del Polverone, né, suppongo, intendono utilizzare i bagolari di via Roma per accendere il fuoco del camino e riscaldare casa. Ma sembrano comunque affetti da una sindrome barberinesca, di cui descrivo la sintomatologia: non appena il loro sguardo cade su un edificio non si dice antico (a Saronno ce ne sono pochissimi) ma anche di poco antecedente all’ultima guerra, vengono presi dal desiderio incoercibile di raderlo al suolo e destinare il terreno alla vendita. È qualcosa di più forte di loro, qualcosa che con terminologia clinica si definisce “coazione a ripetere””.
Non manca ironia: “Pertanto essi non sono responsabili né imputabili per ciò che fanno. Si può certamente accompagnarli in un cammino di ravvedimento, senza fretta, con tatto ed empatia, dolcemente, evitando indicazioni troppo dirette che potrebbero produrre i tipici atteggiamenti di natura contrastiva – oppositiva che in altre circostanze hanno già manifestato. In tale prospettiva, mi limiterò a suggerire sommessamente che una città privata del suo passato è come un malato di Alzheimer privo di ricordi e di identità, e che quest’ultima si conserva certamente attraverso il folclore e le manifestazioni che raccontano la cultura locale, ma anche conservando e riadattando edifici i quali, nel passato, hanno svolto una importante funzione pubblica, lasciando traccia profonda nella memoria dei cittadini. L’ex asilo di via Manzoni è uno di questi, e non merita di essere sacrificato per fare posto all’ennesima palazzina di marzapane, né Saronno merita quest’altra lobotomizzazione”.
(foto: facciata dell’ex asilo di via Manzoni)
23102019
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Commenti
Il motto del leghista “distruggi per poi ricostruire”. Così si crea lavoro e fai girare l’economia!….Mah che tristezza!
Vero. E’ talmente bello che ieri sera l’ho letto in Consiglio comunale.
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….perché ? era inutile leggere qualcosa a chi non ascolta!
poi è anche vero che non ascolta perché non potrebbe capire….
Capolinea!
Peccato che il commento precedente sia anonimo. Direi che è stato scritto da un poeta innamorato della sua città.
Chi ama piazzare palazzine ovunque non può sopportare la vista di uno stabile come l’ex Asl di via Manzoni. E’ così armonico, così equilibrato tra spazi chiusi e aperti, così coerente con l’area circostante, che suona a continua lezione e condanna di certi orrori moderni.
E quindi, per questi signori “Asl delenda est!”
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Grazie per gli apprezzamenti. Non sono ovviamente un poeta, ma, come tanti, amo davvero la nostra città.
Ma più che la parte politica guarderei agli assessori…sono loro che devono fare i conti con i bilanci..le scelte vengono prese e presentate da loro!
Condivido tutto, bravo Indelicato.
Al netto dell’ argomento (condivisibile), complimenti articolo simpaticissimo.
Indelicato, che ne sai?
un divanetto del polverone magari qualcuno a casa ce l’ha.
In perenne confusione privi di autorevolezza ci provano con l’autoritarismo.
Se come spesso accade non riescono a raggiungere un obiettivo allora usano il loro mantra che spiega bene il concetto
#colpadeglialtri
Nostalgici in tutto
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Se il futuro è costruire una palazzina laddove c’è il bell’ex asilo di via Manzoni allora viva la nostalgia di ciò che era ed è bello.
Indelicato ha ragione.
e io ne ho le scatole piene dei Barberini distruttori della nostra storia cittadina.
Ma una volta ristrutturato a cosa si può destinare l’uso dell’edificio?