Licata difende Saronno da “ilFoglio”

SARONNO – Sulla propria pagina ufficiale Francesco Licata, segretario cittadino del Pd commenta l’articolo di Maurizio Crippa su ilFoglio dal titolo “Vedi Saronno e preferisci essere clandestino”
Leggo di qualcuno, nostro concittadino, che scrive a proposito di questo “brillante” pezzo che “è vero, ha ragione!”.
La prima cosa alla quale ho pensato leggendo l’articolo è che non sentirò la mancanza del Sig. Crippa (l’estensore del pezzo) nella mia città #Saronno e che se a costui non piace, ammesso che l’abbia mai visitata, se ne potrá stare tranquillamente a casa sua e tutti noi qui continueremo a dormire sonni tranquilli.
La città del Santuario della beata Vergine dei miracoli, con i suoi affreschi del Luini, dell’Amaretto (DiSaronno originale-ndr), delle 200 associazioni, delle eccellenze sportive presenti e passate, non può essere raccontato in questa maniera da chi nemmeno ci conosce. E nessuno, che Saronnese si vuole chiamare, può accettarlo senza che il fuoco gli incendi le vene e questo nonostante due criminali abbiano gettato fango su un ottimo ospedale che ha dato natali a moltissimi di noi e nonostante un Sindaco che non perde occasione per farci fare pessime figure. O ami la tua città o taci e se c’è qualcosa che non ti va bene rimboccati le maniche e lotta per cambiarla. #Saronnomeritadipiù
26022017
Lascia un commento
Commenti
Ma dai basta SARONNO FA SCHIFO…
Licata contro un foglio.
Come il mignolino contro il comodino: fastidiosissimo.
Immagino il risultato.
Ma sto fenomeno c’è mai stato a Follonica!
mettere prima in evidenza il fatto che ci abbia studiato Berlusconi e cresciuta la Comi rispetto agli affreschi del Luini e del Ferrari dà la “tara” all’articolo e a chi lo ha scritto.
Se poi vogliamo discutere su come la stiamo facendo diventare questa povera cittadina… beh, una riflessione la potremmo anche fare.
Buttare il solito sasso in uno stagno immobile, senza alcun alito di vento, può avvenire che il moto ondoso provocato spesso non raggiunga neanche la riva dove si andrà a stagliare. La provocazione di un articolo di giornale anche se fatta su un quotidiano nazionale ha una vita breve, cioè quella del giorno di lettura. Il contenuto esternato invece ha un peso importante per la Comunità saronnese, la quale sebbene non si riconosca nelle descrizioni dell’estensore dell’articolo, ritiene di non far infangare la propria cultura, la laboriosità e le tradizioni di Saronno e chiede alle Istituzioni locali di protestare vigorosamente con la redazione del giornale prendendo posizione a difesa dell’onorabilità dei cittadini e del territorio saronnese.
“senza che il fuoco ti incendi le vene”… Proprio linguaggio e patriottismo retorico da ultra’ di ultradestra del fronte ribelle.
-
Ultramoderatori siete in Ansia?
-
L’arroganza, la presunzione, il protagonismo, l’invidia: questi sono i difetti da cui occorre guardarsi.
(Plutarco)
Ma cosa dice l’articolo di questo Crippa?
-
Vedi Saronno, e preferisci essere clandestino
Brutta come Follonica, se avete presente, ma senza il maredi Maurizio Crippa
25 Febbraio 2017 alle 05:45
Forse non siete mai stati a Saronno, là dove la Lega è stata condannata e multata per qualche mille euro per aver scritto “clandestini” su un manifesto contro i Signori Richiedenti Asilo. Io ci sono stato qualche volta di passaggio, però abito a 20 chilometri e ce l’ho presente. Ci sono tante fabbriche e gira abbastanza grana (intesa Pil), ci sono molti imam e qualche grana (inteso come ovunque in provincia). È famosa per l’infermiera killer con amante medico pazzo e per aver creato l’Amaretto. Ci ha studiato da ragazzo Berlusconi e ci è cresciuta Laura Comi. Ci sono bellissimi affreschi di Bernardino Luini e di Gaudenzio Ferrari, ma non li caga nessuno. Per sintetizzare: è brutta come Follonica, se avete presente, ma senza il mare. Forse a Saronno non chiudono in gabbia le Signore Nomadi come a Follonica, ma chissà. Tutto questo per dire: se non ci siete ma stati, non perdete niente. Vedi Saronno, e poi forse non muori. Ma pensi che si sta meglio da clandestini.