Consiglio comunale Solaro, approvato riconoscimento stato Palestina. Iv: “Sfavorevoli, ecco motivi”
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SOLARO – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Italia Viva Solaro relativo al riconoscimento dello stato palestinese.
Lunedì 25 novembre il consiglio comunale di Solaro ha approvato a maggioranza una mozione per il riconoscimento da parte del nostro governo dello stato della Palestina. Italia Viva Solaro è parte integrante della coalizione Insieme per Solaro pur non avendo rappresentanti nel Consiglio comunale; se li avesse avuti questi avrebbero votato contro quella mozione con forti motivazioni di merito e di metodo.
Il riconoscimento dello stato palestinese deve essere il punto di arrivo di un percorso diplomatico che non può prescindere né dalla volontà di Israele né dal contemporaneo riconoscimento dello stesso Israele da parte dell’autorità palestinese e degli altri stati arabi del medio oriente. In questo drammatico momento tale riconoscimento unilaterale da parte di uno stato terzo come l’Italia rappresenterebbe per il nostro Paese una scelta di parte nel conflitto in atto e ne comprometterebbe la capacità di mediazione nell’auspicabile eventualità che si possano aprire i canali diplomatici tra i contendenti.
Inoltre riconoscere unilateralmente lo Stato di Palestina dopo l’eccidio del 7 ottobre 2023 e con gli ostaggi israeliani ancora in mano ai tagliagole di Hamas, sarebbe come legittimare quell’orribile atto terroristico riconoscendogli un risultato politico che decenni di conflitti e diplomazia non erano riusciti ad ottenere.
Preferiremmo che il consiglio comunale di Solaro, che solo pochi anni fa votò all’unanimità la cittadinanza onoraria a Liliana Segre (oggi sotto scorta per le ripetute minacce alla sua vita e vilipesa nei cortei pro-pal), piuttosto che cimentarsi sull’arduo terreno della politica internazionale in tempo di guerra dove storicamente è la menzogna a farla da padrona, si impegnasse a trovare strumenti per contenere l’ondata di odio antisemita che sta avvelenando la nostra società e di cui si registrano allarmanti esempi nelle nostre scuole, nelle nostre università e in tanti altri luoghi della vita quotidiana.
(foto archivio)