Saronno, niente numero legale, salta il consiglio comunale: ecco cos’è successo
SARONNO – E’ stato riconvocato lunedì 30 settembre il consiglio comunale per l’approvazione di una variazione di bilancio e del bilancio consuntivo che era in programma ieri sera giovedì 26 settembre. E’ successo perchè la maggioranza che guida la città non è riuscita a garantire il numero legale necessario per lo svolgimento della seduta.
Del resto l’Amministrazione del sindaco Augusto Airoldi fa i conti da tempo con numeri risicatissimi. Con l’uscita di Obiettivo Saronno dalla maggioranza il primo cittadino poteva contare su 12 voti (6 Pd, 3 lista Airoldi, 2 Tu@ + 1 Con Saronno presidente Gilli) contro gli 11 dell’opposizione (4 Obiettivo, 5 Lega, 1 FdI e 1 FI). Dopo l’uscita del consigliere Giuseppe Calderazzo dal gruppo del Pd è diventato determinante il voto della consigliera indipendente (eletta in Con Saronno gruppo che ha lasciato a poche settimane dalle elezioni) Marta Gilli che consente alla coalizione di raggiungere quota 12. Dall’uscita di Calderazzo il riavvicinamento di Marta Gilli alla maggioranza è apparso evidente (dai comunicati congiunti alla sua presenza alle riunioni di maggioranza senza dimenticare i voti sempre positivi in consiglio comunale). Ieri sera Marta Gilli era assente senza aver fatto pervenire un congedo lasciando di fatto la maggioranza nell’impossibilità di garantire, senza le opposizioni e gli indipendenti, da sola il numero legale.
Per la verità il consiglio comunale era incominciato come se nulla fosse: l’appello e il saluto del nuovo segretario comunale. Ad aprire il vaso di Pandora la richiesta del capogruppo di Fratelli d’Italia Gianpietro Guaglianone di verificare il numero legale. L’opposizione lascia la sala e… assenti i consiglieri indipendenti Marta Gilli e Giuseppe Calderazzo la maggioranza non ha i numeri per garantire la seduta.
Si sospende per mezz’ora. Nel frattempo l’Amministrazione invita anche il pubblico a lasciare la sala per una riunione di maggioranza a porta chiuse. Le sottili pareti del palazzo comunale non riescono a trattenere le urla e le vociare concitato. E del resto le facce torve di amministrazione e consiglieri erano già state molto eloquenti.
Passa più di mezz’ora nessuno arriva e senza numeri l’Amministrazione è costretta a rinviare la seduta a lunedì 30 settembre. Un epilogo tanto temuto e che, malgrado i sentori non mancassero, lascia una un mix di rabbia e amarezza nella coalizione di maggioranza. Basti dire che nessuno si ricorda di annunciare che la seduta è saltata ai cittadini che la seguono da casa in streaming.
Del resto la data del nuovo consiglio sembra già essere parte della soluzione del problema. Una seduta dopo quelle elezioni provinciali che, a detta di tutti i presenti, fanno tremare la maggioranza ormai da settimane. La candidatura di Gilli ma soprattutto quel voto ponderato che dovrebbe essere sufficiente a garantire l’elezione ma che non mette al riparo dai franchi tiratori e da distinguo sembra l’origine di tutto. Sembra proprio di essere al primo atto di una crisi che ancora una volta a Saronno (è successo più volte proprio nel secondo mandato di Gilli) diventa evidente con uno uso dello strumento politico “numero legale”.
Da quando sono rimasti “contati” nella coalizione di centrosinistra si parla di una perfetta condivisione di obiettivi e strategie. In realtà, come tutti sanno, “l’agire come un sol uomo” è frutto di una dura mediazione e del continuo spauracchio “se no andiamo a casa”. Negli ultimi mesi però distinguo e maldipancia faticano a restare nelle secrete stanze e sempre più raramente su temi caldi (ex Isotta e sicurezza ad esempio) l’Amministrazione riesce a fare efficacemente sintesi o peggio ancora a spiegare le proprie posizioni alla città.
Quindi tempesta in bicchiere d’acqua o inizio della crisi? Molto dipenderà dalle scelte e dalla gestione delle prossime ore e giorni da parte delle forze politiche di maggioranza ma con le elezioni amministrative che si avvicinano all’orizzonte, non basterà fare melina, turarsi il naso e arrivare a lunedì.
Insomma adesso “ha dda passà ‘a nuttata” ma potrebbe non bastare: perchè non ci sono solo i problemi di equilibri interni e di pesi in maggioranza.
Nessuna comunicazione in diretta sulla seduta saltata, nessun commento a caldo da nessuno. Ancora una volta la coalizione preferisce non parlare e non spiegare nemmeno un minimo sindacale, nemmeno con una frase di circostanza se non per dovere istituzionale o politico almeno per educazione. Una scelta comunicativa che ormai non tollerano nemmeno più i fedelissimi e che presenta conti sempre più alti in termini di feeling con la città ormai un lontano ricordo non solo per il sindaco ma per l’intero centrosinistra.
Un conto salato che in molti si chiedono se valga la pena di pagare in un mandato che da tempo ha superato il giro di boa e con discorsi “sul dopo” che sempre più raramente parlano di conferme e che preferiscono sognare un nuovo futuro.
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