Saronno, parlano le educatrici: dall’esternalizzazione appresa tramite stampa al dispiacere per le parole del presidente
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota delle educatrici del servizio scolastico integrativo e dipendenti dell’istituzione comunale Zerbi in risposta alla nota del presidente Giuseppe D’Elia in merito all’esternalizzazione di alcuni servizi e al conseguente stato di agitazione.
Con la presente comunicazione noi, educatrici del servizio scolastico integrativo e dipendenti dell’istituzione comunale Zerbi di Saronno, desideriamo far sentire la nostra voce ed esprimere le nostre considerazioni in merito alle decisioni prese dall’ente comunale e dall’istituzione stessa.
In data 12 giugno apprendiamo la notizia concernente l’esternalizzazione di alcuni servizi in capo all’istituzione Zerbi, tra cui il servizio scolastico integrativo in cui operiamo da oltre 10 anni.
Va specificato come questa comunicazione non sia ad oggi pervenuta a noi lavoratrici in modo formale da parte dell’Istituzione stessa, ma appresa in modo indiretto, tramite i giornali. Ci troviamo quindi a subire una decisione calata dall’alto senza nessun tipo di preavviso, spiegazione o momento di condivisione e confronto.
Il servizio scolastico integrativo è un servizio rivolto a minori con disabilità all’interno delle scuole statali (scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado) del comune di Saronno. L’educatore diviene per i minori e le famiglie punto di riferimento, supporta minori stessi per favorirne l’integrazione all’interno della vita e dell’ambiente scolastico, diviene parte integrante del gruppo di lavoro costituito da insegnanti e specialisti. Riteniamo che la nostra sia una funzione di fondamentale importanza per garantire il diritto all’integrazione all’interno della scuola. Per questo motivo leggiamo con dispiacere e sconcerto le parole del presidente Giuseppe D’Elia che definisce i servizi di asilo nido e scuola infanzia come “funzioni fondamentali della nostra Istituzione” lasciando intendere una svalutazione del servizio di integrazione scolastica e della sua funzione.
Le parole del presidente D’Elia ci lasciano profondamente offese: non pensiamo infatti che questa operazione porterà ad un miglioramento nella qualità del servizio, al contrario riteniamo che penalizzerà il servizio stesso soprattutto in termini di continuità. La presenza di un’equipe stabile di operatrici assunte direttamente dall’istituzione ha garantito per anni un lavoro costante sul territorio, progetti che si sono sviluppati nel corso del tempo, relazioni solide e durature con i minori stessi, con le famiglie, con gli insegnanti e tutti gli attori che entrano in gioco nel nostro lavoro di rete.
Sul piano lavorativo inoltre dal mese di settembre saremo dirottate sui servizi di asilo nido e scuola dell’infanzia senza che sia stato chiesto un nostro riscontro in merito. Lo spostamento su questi servizi implica per noi educatrici il passaggio ad una mansione non prevista all’interno dei concorsi pubblici cui abbiamo partecipato (l’ultimo nell’estate 2023 che ha portato all’assunzione di 5 educatrici). Viene quindi meno il rispetto dei ruoli assegnati che finora era stato al contrario mantenuto in modo fermo. Ci vengono inoltre imposti un monte ore ed un orario differenti ed incompatibili con le esigenze di molte di noi. Alla luce di tutto questo ci sentiamo di rispondere che, come lavoratrici direttamente chiamate in causa, non possiamo ritenerci felici di questa scelta.
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