Lara Comi, le motivazioni della condanna e il suo commento: “Sentenza ingiusta e contraddittoria”
SARONNO – In 650 pagine i giudici del Tribunale di Milano hanno illustrato le motivazioni della sentenza di condanna – lo scorso 2 ottobre – a carico dell’esponente politica di Forza Italia Lara Comi a quattro anni e due mesi nel processo ribattezzato ‘Mensa dei poveri’ che ha visto imputati politici e imprenditori per un presunto giro di tangenti.
Nelle ultime ore l’europarlamentare saronnese ha commentato le motivazioni: “Sono innocente! Mai preso fondi europei per me e per la mia famiglia, né mai ho partecipato ad accordi corruttivi. Ritengo che la sentenza sia ingiusta e contraddittoria: l’affermazione di responsabilità si fonda solo su elementi indizianti opinabili. Quanto sopra sarà dimostrato nell’atto di appello che il mio difensore presenterà”.
Comi, che ha già annunciato l’intenzione di fare ricorso ha rimarcato: “Quel che più mi colpisce è la violazione, in mio danno, della presunzione di innocenza, in quanto si ipotizza che potrei, come parlamentare eletto direttamente dai cittadini, commettere altri reati in danno del Parlamento europeo, istituzione che ho sempre servito con dedizione e passione nell’interesse dei cittadini”.
A riportare le dichiarazioni della saronnese, La Repubblica, che ha ricordato come nelle varie fasi del dibattimento Comi avesse più volte ribadito: “Non ho nulla da nascondere e ho sempre operato nel rispetto della legge. A riprova di ciò non mi sono avvalsa della immunità parlamentare lasciando alla magistratura, che non aveva richiesto nessuna autorizzazione, l’utilizzo di conversazioni, chat, email, nella consapevolezza che tale documentazione comprovasse la mia innocenza”.
La vicenda era iniziata nel novembre 2019 quando Comi era finita ai domiciliari poi revocati, con le accuse di corruzione, false fatturazioni e truffa ai danni dell’Europarlamento.
Ma cosa si legge nelle 650 pagine sulla saronnese? “Tutto il percorso europeo di Lara Comi è stato caratterizzato, sin dall’inizio da una gestione illecita del regime delle erogazioni da parte del Parlamento e da palese e consapevole violazione di tutte le regole scritte. Dal novembre 2022 (Comi) è ritornata ad essere parlamentare europeo, e lo è tuttora nonostante la mala gestio che gli atti hanno messo in evidenza”.
E ancora: “Comi, peraltro, dal novembre 2022 – sottolineano i giudici – e’ ritornata ad essere parlamentare europea, e lo è tuttora nonostante la mala gestio che gli atti hanno messo in evidenza e senza aver restituito nulla, in un contesto di altissimo rischio di reiterazione di fatti analoghi”.
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