Parco ex Seminario, Guaglianone: “Che amarezza il silenzio della maggioranza e il discorso del sindaco…”
SARONNO – “Una settimana fa passando in via Varese ho visto le motoseghe e le piattaforme aeree dei giardinieri arrivare al parco dell’ex Seminario. Ho chiesto informazioni e con una nota l’Amministrazione ha confermato, come temevo, che fossero lì per abbattere piante per rendere una delle aree verde più tranquille della città un’area festa , anzi un luogo di cultura sia mai che si usi il fantomatico termine area della salamella con cui schernivano il centrodestra in compagna elettorale”.
Inizia così la nota del capogruppo di Fratelli d’Italia Gianpietro Guaglianone che fa sintesi di quanto avvenuto negli ultimi giorni in merito alla trasformazione del parco dell’ex Seminario in uno spazio per accogliere eventi da oltre 2 mila persone.
“Dunque è arrivata una nota del Comune con qualche informazione tanti omissis (ne cito un paio il numero delle piante da abbattere e le loro condizioni). Subito dopo sono arrivate tante tante prese di posizione: dai cittadini sui social, dai partiti politici e anche dalle associazioni come Legambiente. E’ anche arrivata una petizione online da parte del saronnese Fulvio Sandri che ringrazio, visto che l’ho condivisa e firmata, per la semplicità e la rapidità del suo gesto che ci permette di dar voce al dissenso per l’operazione”.
E affonda: “In tutto questo parlare è mancata la voce della maggioranza: non un roboante comunicato a difesa dell’operazione, non una smentita dei dati di Legambiente che parlano di quarantina di piante da abbattere, non una risposta alle domande (su parcheggi e mobilità) arrivate dai cittadini. Ennesimo tema, quello del parco, con cui l’assordante silenzio di questa maggioranza avvolge i problemi cittadini che preferisce ignorare”.
“Anche per questo mi ha ancor più amareggiato sentire sabato mattina il sindaco Augusto Airoldi dolersi pubblicamente, al termine del discorso del 4 novembre, di come il cambiamento climatico abbia abbattuto le piante di piazza Cavalieri di Vittorio Veneto. A tutti spiace vedere la piazza così distrutta, tutti abbiamo notato quanto sia una ferita ancora aperta per la città ma forse nello stesso modo in cui si ricorda alla città i danni del cambiamento climatico si sarebbe dovuto (ma forse semplicemente non si è voluto) spiegare ai saronnesi che sarebbero state abbattute 40 piante per far spazio ad un palco e a un luogo della cultura”.
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