Maroni e Saronno: dalla visita da ministro agli applausi per i figuranti d’inizio secolo saronnesi
SARONNO – Quando stamattina si è diffusa la notizia della scomparsa di Roberto Maroni il pensiero di tantissimi saronnesi è corso al marzo 2010, quando allora Ministero degli Interni era venuto a Saronno per inaugurare la sede Lega in via Castellaccio. C’era stato un massiccio spiegamento di forze dell’ordine e un autentico bagno di folla in piazza Riconoscenza per il leader leghista. Qualche saronnese aveva anche fermato il ministro per parlare di problemi nazionali, ma c’erano stati soprattutto tanti sorrisi e strette di mano.
Dopo quel primo contatto gli scambi tra lo storico esponente delle Lega scomparso oggi 22 novembre e la città di Saronno non sono mai mancati. Oltre agli immancabili selfie e foto con Elio Fagioli (il leghista saronnese per eccellenza), Roberto Maroni ha dedicato applausi e complimenti ai dieci figuranti saronnesi che indossando abiti d’inizio secolo l’hanno incontrato, allora presidente di Regione Lombardia, alla presentazione del Piano di Trenord per “the Floating Piers”.
Diversi gli appelli rivolti a Bobo quando era ministero per problemi saronnesi: da quelli per la chiusura del tribunale nel 2013 a quelli per i problemi di personale dei vigili del fuoco cittadini. Era stato presente all’inaugurazione della nuova neurologia dell’ospedale di Saronno e, sempre come presidente di Regione Lombardia, fu convocato come testimone in tribunale per la vicenda delle morti sospette al presidio di piazzale Borrella.
Decisamente polemico l’ultimo intervento di Maroni dedicato a Saronno: era il 2020 e, parlando delle elezioni a Varese, commentò “Non sarà come a Saronno!” con un riferimento al ballottaggio vinto dalla coalizione di centrosinistra.
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