Ex Isotta Fraschini, i quattro punti che non convincono M5s (dalla bonifica alla partecipazione)

SARONNO – “Sulla questione ex Fraschini il M5S vuole dire la sua dando voce al pensiero di tanti cittadini”.
Inizia così la nota di Massimo Uboldi che riaccende i riflettori sul progetto che tramite i beni comuni di propone di far rinascere l’area dismessa tra via Varese e via Milano.
“In primo luogo vogliamo affrontare la questione della partecipazione fatta dalla società privata “Saronno Bene Comune s.r.l.”, una vera e propria promozione commerciale del Master Plan presentato, dove già all’inizio veniva dichiarato che questi incontri pubblici saranno gestiti dai vertici della società (una società privata che per sua natura dovrà rientrare dagli investimenti fatti).
In secondo luogo il tema delle bonifiche dei terreni, che di fatto hanno trovato la loro soluzione con una conferenza dei servizi con più enti coinvolti e dove l’amministrazione di Saronno non ha fatto altro che applicare le norme e le decisioni di organi superiori come Regione Lombardia ed Arpa, e in aggiunta si troverà in carico le bonifiche dei terreni più compromessi dalla presenza di inquinanti con costi gravanti sulla collettività.
Altro punto dolente il parco di 60.000 metri come interesse pubblico, ma senza mai affrontarne pienamente i costi di gestione che ricadranno anch’essi inevitabilmente sulla collettività.
Ultimo punto, forse il più importante , il consiglio comunale straordinario di giovedì 17, dove una società privata andrà ad illustrare ai consiglieri comunali il proprio progetto, e non serve molto a trarre le dovute conclusioni che vedono di fatto il “privato” che si sostituisce alle funzioni del “pubblico”, con una pianificazione territoriale dove chi amministra accetta e segue le indicazioni relative ad un comparto così importante per la città, senza prendere decisioni in merito e senza fare adeguate richieste riguardanti l’interesse pubblico.
Tutto avviene nel totale silenzio e in particolare su quanto verrà realizzato nella parte destinata al residenziale, e su questo va precisato un ulteriore aspetto: la società Saronno Bene Comune non si è ancora espressa su due temi importanti che riguardano i beni comuni, ossia la gestione delle acque, che con il referendum sono state individuate bene comune e totalmente a gestione pubblica, e la questione energetica dove manca una presa d’atto verso le alternative sostenibili e verso le energie rinnovabili da applicare, tenendo conto di un futuro ambientale che dovrà essere rispettato, ora più che mai servono chiarezza e trasparenza per creare le condizioni migliori per Saronno, serve che il “pubblico” torni ad avere il proprio ruolo di programmatore e pianificatore territoriale al servizio della città.
Non si può ignorare che questo intervento rappresenterà un forte cambiamento con tutto ciò che comporta la realizzazione del residenziale, e tutto deve essere realizzato in una visione più ampia delle problematiche ambientali sull’inquinamento e sui cambiamenti climatici, tenendo conto dell’arrivo di nuove auto e dell’aumento previsto di abitanti. Una città cresce per dare un futuro vivibile ai suoi abitanti, ma per fare questo servono presupposti che per ora non vediamo.