Serata pubblica sulla Legge 23, la Società della cura: “La riforma è peggio di quella vigente”

SARONNO – “La pandemia ancora in corso ci ha tristemente insegnato che la mancanza di un presidio di medicina territoriale pubblico, gratuito, di prossimità e di qualità ha provocato una strage. Il “tagliando” da fare cinque anni dopo l’approvazione della Legge 23/2015 (la legge sanitaria della nostra regione) poteva essere una buona occasione per la Regione Lombardia per rivedere radicalmente la sua impostazione, consolidata negli ultimi trent’anni, dai tempi di Formigoni. Invece non solo non cambierà nulla, ma si prevede un netto peggioramento della situazione”.
Inizia così la nota di Attac Saronno e de La Società della Cura del Saronnese che prosegue sottolinando i problemi: “Sempre più soldi ai privati convenzionati e cure sempre più care e meno accessibili; “Case della comunità”, e non della salute (modello virtuoso) in numero insufficiente a garantire il presidio territoriale pubblico, ridotte a poco più che polimabulatori; grandi ospedali privati sempre più centrali in un sistema che penalizza quelli pubblici; nessun limite all’intramoenia e ai meccanismi che provocano attese insostenibili per le visite specialistiche e gli esami, per favorire ancora le prestazioni dei privati; nessuna indagine sul territorio per capire i bisogni sociosanitari della popolazione, ma prestazioni erogate dalle strutture solo sulla base della loro convenienza economica; scarsa richiesta di partecipazione alle amministrazioni comunali e alle comunità di intervento nella programmazione degli interventi territoriali, tutti imposti dall’alto”.
La nota è l’occasione per presentare la serata pubblica: “Legge 23: la malasanità lombarda diventa sistema” con Marco Caldiroli presidente dell’associazione Medicina Democratica. L’appuntamento è mercoledì 6 ottobre alle 21 all’auditorium Aldo Moro in viale Santuario. Per accedere sarà necessario esibire il green pass.