Ex Cantoni, la proposta di Strada (Europa Verde): “Ridisegniamo il piano sul resto dell’area?”

SARONNO – “Con l’abbattimento del muro della Cantoni possiamo renderci finalmente conto della portata dell’intervento in atto e di quanto questo intervento condizionerà Saronno nel futuro, il grande supermercato oltre a mettere in crisi la viabilità della zona, tra parcheggi e capannone ha consumato tutto il suolo disponibile, trasformando quel tratto di via Miola in una unica colata di cemento”.
Inizia così la riflessione condivisa da Roberto Strada, esponente di Europa Verde che torna a parlare di una delle aree dismesse più strategiche della città.
“Il progetto sull’area Cantoni è vecchio, sorpassato, non va incontro alle esigenze della città. Il progetto, ora vecchio di una decina d’anni, fu approvato in consiglio comunale nell’ormai lontano gennaio del 2020, prima che scoppiasse la pandemia, un progetto che sembra regalare alla città delle nuove aree verdi, ma che nel suo insieme racchiude tante insidie, legate non solo alle nuove colate di cemento a destinazione terziaria e residenziale, ma anche per gli ipotetici servizi pubblici, inseriti per indorare l’amara pillola: un centro anziani, un centro polivalente e uno spazio giovani.
Nel dettaglio il Piano approvato dalla Giunta Fagioli e appena rilanciato dall’assessore Merlotti, prevede in via Miola sul lato opposto dell’area commerciale quasi ultimata, un’altra area commerciale, grande quanto il nuovo Tigros e a seguire proseguendo verso piazza Saragat, sempre nella zona sud, è programmata un area ad edilizia sociale e uno spazio polivalente (forse per i giovani, ma nulla è deciso). Risalendo verso nord è previsto il mantenimento di un edificio a memoria della fabbrica che dovrebbe diventare la futura sede di un non meglio definito Centro Anziani. A nord poi l’attuatore si prefigge di costruire un paio di grattacieli ed altri edifici adibiti a terziario o residenziale, “diritti acquisiti” su cui ben poco si può trattare.
Oggi, con la consapevolezza sempre più diffusa, che questi interventi non migliorano la qualità della vita dei saronnesi, molte persone iniziano a chiedersi se non sia possibile rivedere il progetto, capire se c’è la necessità di consumare 4716 metri quadrati per un piano di edilizia residenziale sociale, che prevede 70 alloggi, quando in città, oltre ai 2000 alloggi sfitti, abbiamo al Matteotti un area dove Aler dovrebbe costruire delle nuove abitazioni.
Ci si chiede perché non mettere in discussione la necessità che su quell’area debbano sorgere strutture che in passato erano progettate altrove, come lo spazio per i giovani che era programmato al quartiere Matteotti o strutture per gli anziani che non sembrano avere funzioni sociali come una volta, del resto tra la pandemia e il cambio generazionale le esigenze sono cambiate.
A questo punto quindi, perché non ragionare se realizzare o meno quanto previsto dalla convenzione e trattare con la proprietà un altro sistema di compensazione, che potrebbe proprio essere un ampliamento del verde previsto e magari una ridefinizione degli spazi, con lo stralcio dell’inutile via di attraversamento previste lungo il confine ovest dell’ex fabbrica.
Oggi è sempre più urgente, dopo la pandemia, aprire un dibattito sulla Saronno del futuro, guardando alla qualità della vita, guardando ai cambiamenti climatici e al triste primato di essere tra le piccole città in Europa, una tra le più inquinate. Se non iniziamo oggi a pensare a tutto ciò, perdiamo l’ultima possibilità di cambiare e già tra qualche anno potrebbe essere troppo tardi.