Silighini riflette sull’essere cattolici: “Come mai tutti sentono il bisogno di issare questa bandiera?”?

SARONNO – “Essere cattolici oggi. Potrebbe essere il titolo di una dissertazione, l’ennesima, scritta su questo o quel quotidiano, su questo o quel foglietto o blog pubblicato online. Oggi tutti, perfino gli atei che alla moda si definiscono gnostici o laici, vogliono parlare di cattolicesimo e perfino cercare di insegnare cosa un buon cattolico debba fare.In periodo di regole e divieti dovuti alla pandemia anche in questo caso mi sembra di leggere un bigino che spieghi cosa dire o fare per rispettare le regole di questo nuovo club”.
Inizia così la nota condivisa da Luciano Silighini Garagnani.
“Essere cattolici, essere cristiani con un visione universale della Chiesa guidata dal Papa, così siamo più precisi, non significa appartenere a un club.
Il Pontefice con semplicità ricorda come dobbiamo proporre il messaggio del Vangelo e non imporlo. Questo fanno i cristiani a differenza di altre religioni soprattutto oggi. Non parlatemi di medioevo,
di crociate, di inquisizione, suvvia non perdiamo tempo ancora in soliloqui ma guardiamo all’essenza delle cose.
Non ho mai visto così tanta difesa dei valori cattolici come da chi alla fine tradisce proprio uno dei capisaldi del cattolicesimo: il matrimonio.
Vedo politici baciare il Santo Rosario ben in mostra durante i comizi quando hanno 2,3 mogli o conviventi unite a figli sparsi qua e là, politiche urlare dal palco il loro essere cristiane e madri quando convivono more uxorio senza avere alcuna necessità, parole loro, di presentarsi all’altare dinnanzi a Dio e giurare amore eterno. Gruppi di partiti interi sventolare il loro cattolicesimo e poi definirsi socialisti e anticlericali, vivere in condizioni come si suol dire di peccato.
Il cattolicesimo non giudica ma indica la via della fede come strada da seguire nell’esempio dell’unico Dio Gesù Cristo, il Vangelo predica l’amore e il perdono, ma è anche intransigente con chi vive nel peccato. Sulla croce è uno solo il ladrone che si pente, l’altro persevera. L’adultera è perdonata ma invitata ad andare e non peccare più. I sodomiti sono condannati ma Gesù ricorda che chi non accoglie il figlio dell’uomo avrà una condanna peggiore di loro.
E oggi come mai tutti sentono il bisogno di issare la bandiera cattolica?
Perché in parlamento discutono di un decreto che vuole introdurre un ampliamento della pena verso chi offende qualcuno per il proprio orientamento sessuale? E’ solo questo nell’ordinamento civile e penale che dà fastidio a questi politici? Dove erano e dove sono quando altre leggi non cattoliche venivano e vengono approvate?
Da che parte sono quando si discute di aborto, di divorzio, di eutanasia?
Dove erano quando San Giovanni Paolo II chiedeva la sanatoria per tutti i reati e la liberazione di tutti i detenuti? Sanno questi cattolici in che stato vivono i carcerati? Il perdono cristiano dove è? O va bene estrapolare dal cristianesimo solo una parte? E chi muore in mezzo al mare spinto dalla disperazione, dal desiderio di cercare lavoro,non spinge questi Cristiani a piangere per quei corpi scuri che galleggiano in mare? O si è cattolici in toto o non lo si è solo per questo o quel caso. Il bigino che leggete non è il Vangelo.
Io da semplice peccatore che cerca nella croce di Dio pace, vi stringo al cuore e vi chiedo di guardarvi intorno e amare gli altri cercando di essere umili cartelli stradali per aiutare chi perde la via a ritrovare le orme di Gesù.
Vedrete che di colpo gli occhi si apriranno e la redenzione diventerà possibile anche all’ultimo momento. Come il ladrone sulla croce.
“Amatevi gli uni con gli altri” questo è il comandamento più grande.