La mozione Ddl Zan diventa una palude di giochi di forza. E, malgrado l’approvazione, perdono tutti

SARONNO – La maggioranza è d’accordo sulla lotta alle discriminazioni ma sul sostegno al Ddl Zan la quadra non si trova. O meglio si porta a casa l’approvazione della mozione con un testo che scontenta, per un motivo o per l’altro, praticamente tutti. (QUI LA DIRETTA DEL CONSIGLIO COMUNALE SU ILSARONNO)
Del resto era l’unica opzione possibile visto che l’obiettivo perseguito in quasi 4 ore di dibattito non era tanto il sostegno del consiglio comunale al discusso Ddl ma l’ottenerlo senza che nessuna parte della maggioranza prevalesse sull’altra. Un vero e proprio braccio di ferro finito per sfinimento dei contendenti. La maggioranza è finita in una palude di distinguo, stoccate, recriminazioni e accuse nata dai problemi di un Pd per nulla coeso che mostra un’altra fragilità della coalizione Airoldi.
A mancare è stata soprattutto la serenità per affrontare un tema così complesso. La coalizione, presidente del consiglio comunale compreso, è arrivata al dibattito già coi nervi a fior di pelle frutto verosimilmente di un’estenuante confronto interno che (proprio come avvenuto per la crisi di whatsapp) ha irrigidito le posizioni tanto da far parlare apertamente di ostruzionismo e falsità.
Insomma sul primo tema politico portato in consiglio comunale la maggioranza si sfalda tentando di emendare la mozione presentata da chi nel Pd in questi mesi non solo ha acceso i riflettori sulla necessità di una sensibilizzazione ai temi Lgbt in una città come Saronno ma che con l’insistente richiesta di adesione alla Rete Ready (poi arrivata) permette al sindaco e ai consiglieri di dire “sul fronte della lotta alla discriminazione la nostra Amministrazione è già in prima linea”.
Ed è proprio Lucy Sasso, deus ex machina di tutte le iniziative di sensibilizzazione di questi ultimi mesi, a far capire che il confronto non sarà una passeggiata quando presentando la mozione firmata con Marta Gilli (indipendente) e Giuseppe Calderazzo (Pd) parla di “consiglieri che l’hanno sostenuta ed altri che l’hanno ostacolata”. Una posizione respinta addirittura con l’accusa di falsità dalla consigliera Francesca Rufini (Tu@) che contestualmente presenta tre emendamenti sostenuti proprio da Tu@Saronno, lista Airoldi e a sorpresa anche dal Pd. Emendamenti così sconosciuti dai sottoscrittori della mozione che la consigliera Gilli chiede di vederli a schermo mentre vengono presentati. E proprio Marta Gilli li passa al setaccio e riesce a far giudicare inamissibile il secondo mentre sul primo viene addirittura bocciato per mancanza di una maggioranza.
Obiettivo Saronno, con Luca Davide e Luca Amadio, cerca di fare il pompiere riportando il confronto sul Ddl Zan e sui temi della discriminazione. E il terzo emendamento che viene approvato sembra placare gli animi. Per quasi un’ora si parla di contenuti persino l’opposizione riesce ad intervenire facendo capolino tra le divergenze e le stoccate interne. Lo fa notare il consigliere comunale Claudio Sala (Lega): “Si è detto più volte che il provvedimento è urgente ma il Pd non è riuscito nemmeno a mettersi d’accordo su un testo comune”.
Comunque la maggioranza non si compatta. Neanche con l’intervento del sindaco, Augusto Airoldi, che spiega di essere contro le discriminazioni ma di voler l’emendamento della mozione “perchè il ddl venga approvato in Parlamento con un testo più condiviso”.
Anzi sono proprio le parole del primo cittadino, unite ai dubbi di Agostino De Marco (FI) e del presidente Gilli a seminare un’ondata di confusione fornendo una nuova interpretazione dell’emendamento che manda in tilt la maggioranza. Si parla di controemendamento. Rufini è lì lì per presentarlo ma poi ci ripensa. L’ora tarda più che la convinzione dell’importanza dell’approvazione di quel testo fa varare la mozione non prima di qualche scintilla procedurale che vede protagonista il presidente che annuncia anche di non partecipare alla votazione.
L’epilogo? Sul Ddl Zan Saronno si accontenta. I firmatari portano a casa la mozione di sostegno se pure con un testo non entusiasmante, le forze dell’emendamento ottengono la modifica del testo, le opposizioni fanno sentire il proprio no ad un Ddl che non piace ne contenuti e timidamente, perchè sarebbe davvero sparare sulla croce rossa, fanno notare le difficoltà della maggioranza.
Il riassunto è di Marta Gilli e vale per tutti “Piutost che nient l’è mej piutost”