Vaccinazioni in Lombardia, i tanti dubbi di Astuti

SARONNO – Tanti dubbi da parte del consigliere regionale del varesotto, Samuele Astuti del Pd, riguardo al programma predisposto da Regione Lombardia per la campagna vaccinale contro il coronavirus. Ecco, punto per punto, tutte le perplessità che Astuti esprime.
Giovedì 25 febbraio Regione Lombardia rende noto il suo quarto piano vaccinale. Necessarie delle correzioni in corso d’opera a seguito dell’individuazione di focolai in buona parte della provincia di Brescia, nella bergamasca e a Soncino, in provincia di Cremona, che hanno costretto la Giunta ad indire la zona arancione “rafforzata” e a rivedere le logiche di distribuzione delle dosi. Inoltre, restano in fascia rossa Viggiù (dove è in atto una vaccinazione di massa), Bollate e Meda. Nonostante le rassicurazioni della Giunta, secondo cui non si sarebbero “dirottate” dosi per i cittadini fragili verso le zone più colpite ma sarebbero stati utilizzati i vaccini destinati ai beneficiari della fase 1bis (medici liberi professionisti, personale sanitario extraospedaliero), alcuni sindaci hanno denunciato un ridimensionamento delle quantità di vaccini destinate ai pazienti fragili delle Rsd al fine di aumentare le forniture nei territori più colpiti. Potrebbe bastare questa discrasia per dimostrare la scarsa capacità organizzativa dell’équipe del welfare lombardo ma la realtà dei fatti ci dimostra ulteriormente come il piano vaccinale ideato da Guido Bertolaso ha delle problematiche nella sua struttura originaria che non vengono risolte nemmeno in questa quarta versione. Il nuovo documento continua ad avere molte ombre e poche luci e, come sosteniamo da settimane, è più una lista di desiderata che un piano d’azione vero e proprio.
Tutti vaccinati entri luglio? Lo spero, ma è difficile – La Giunta continua a sostenere che sarà possibile vaccinare tutte le cittadine e i cittadini lombardi entro luglio, approvvigionamenti permettendo. E qui la prima falla: un progetto così importante che non tiene conto dell’unico fattore esogeno non può ritenersi completo in quanto non contempla una variabile fondamentale per la sua applicazione. Al momento in Lombardia abbiamo due coperte corte: la disponibilità delle dosi, ambito in cui Regione Lombardia al momento non può fare nulla, e la capacità organizzativa. Ed è proprio su questo fronte che Regione Lombardia deve dimostrare di poter gestire un evento così eccezionale. Ma, per ora, i fatti e i dati ci dimostrano il contrario.
Dove verranno somministrati i vaccini? Ancora poca chiarezza – Tornando al documento, anzitutto, non si sa dove verranno effettuate le vaccinazioni di massa. Ciò che sappiamo con certezza è che prima di metà aprile non saranno pronti gli hub e, ad oggi, non sono state espletate le gare per l’allestimento delle strutture. Inoltre, non è chiaro nemmeno il numero di hub che verranno predisposti. Nel documento si parla di un numero che va da 39 a 66 centri vaccinali, ma ancora non c’è nulla di definito e definitivo.
Chi somministrerà le dosi? – La Lombardia manca di personale sanitario, non è una novità. Oltre ai medici ed infermieri inviati dal Commissario Arcuri, molti dei quali ancora oggi non sono potuti entrare in servizio a causa del mancato nulla osta da parte della stessa Lombardia, per ovviare alla mancanza di personale è stato aperto un bando per l’assunzione di medici ed infermieri. Per inoltrare la propria candidatura seguire questo link.
Il portale per le prenotazioni non funziona bene – Nonostante l’immaginabile imbottigliamento del primo giorno, che ha costretto decine di migliaia di cittadine e cittadini a interminabili attese davanti al PC prima di riuscire a concludere l’adesione alla campagna vaccinale, ad oggi il portale non funziona a dovere. L’ultima anomalia è stata segnalata venerdì 26 febbraio dalla Asst dei Sette Laghi che ha denunciato il blocco del sistema informatico regionale che, di fatto, rendeva impossibile la registrazione alla campagna vaccinale.
Come procede la campagna per gli ultraottantenni? – A rilento. La campagna, ad oggi, ha raccolto circa il 70% di adesione nella fascia indicata. Nella prima settimana sono state somministrate 30.867 dosi (inclusi i richiami) nella categoria over80. Ben pochi se si pensa che in Lombardia abbiamo 700.000 ultraottantenni, di cui buona parte sono pazienti cronici. Inoltre in tutta la regione si segnalano disservizi. Primo su tutti, quello a Varese che ha costretto molti vaccinandi ultranovantenni aspettare al freddo in attesa della propria inoculazione. Disservizio puntualmente rientrato grazie al lavoro del personale della struttura.
Non decolla la somministrazione del vaccino AstraZeneca tra gli insegnanti e le forze dell’ordine – Stando ai dati forniti dal Ministero della Salute al 24 febbraio sono state inoculate solo il 20 per cento delle dosi consegnate, contro il 38 per cento del Lazio e il 96 per cento della Toscana. Un ritardo imperdonabile anche in relazione al fatto che da mercoledì scorso questo vaccino può essere somministrato alle cittadine e ai cittadini fino a 65 anni. Siamo in un momento critico e sul fronte vaccinale bisogna andare veloci.
In conclusione – Sui vaccini siamo fermi ancora alle dichiarazioni d’intenti. A giustificazione dei ritardi e disservizi della campagna Regione Lombardia porta come unica spiegazione la carenza di vaccini ma nella realtà ci sono anche altre criticità, come l’organizzazione. La Lombardia ha un piano vaccinale insufficiente e non è pronta a una rapida vaccinazione di massa: non sono ancora state identificate le strutture per le somministrazioni e non si è ancora rimediato alle carenze di personale. E questo a un anno dall’inizio della pandemia. Per cambiare marcia abbiamo bisogno di attivare una serie di supporti organizzativi di cui, ad oggi, non abbiamo usufruito. Anzitutto, i Sindaci non sono stati ingaggiati e coinvolti in maniera adeguata e, in secondo luogo, non si è coinvolta la medicina del lavoro che può dare una grossa mano nella inoculazione delle dosi. L’organizzazione in questa fase è cruciale e, per ora, Regione Lombardia si è dimostrata inadeguata nel gestire un evento di tale importanza.
01032021