Ospedale, Beneggi (Comitato): “L’80% dei posti letto è Covid e l’attività ambulatoriale è limitata alle urgenze”

SARONNO – “La situazione attuale dell’ospedale di Saronno è pesantissima Abbiamo 155 posti letto attivi di cui il 80% è dedicato covid. Per tutto quel che non è covid sono disponibili una trentina di posti letto un dato drammaticamente basso soprattutto se si considera il bacino d’utenza del presidio saronnese. Per quanto riguarda l’attività ambulatoriale è ridotta alle urgenze”. E’ uno dei passaggi più cruciali dell’intervista di ieri sera a Massimo Beneggi portavoce del Comitato per la salvaguardia dell’ospedale di Saronno che proprio in questi giorni ha raggiunto i due anni di attività. “Prima della seconda ondata l’ospedale di Saronno aveva attivi 130 posti letto per capire la portata basti dire che per tutti i 5 reparti chirurgici erano disponibili 16 posti letto con una sala operatoria. Praticamente nulla senza dimenticare i reparti accorpati o chiusi”.
Nel corso dell’intervista Beneggi ha anche affrontato il tema degli investimenti “dagli 11 milioni stanziati per il rispetto delle norme antincendio ai fondi governativi destinati alla creazione del reparto covid da concretizzare entro il 2023 quando si spera l’epidemia non creerà situazioni di questo tipo”.
Il portavoce ha raccontato di un primo incontro tra una delegazione del comitato con il sindaco Augusto Airoldi “anteprima dell’appuntamento pubblico coi cittadini poi annullato a causa del lockdown e che sarà sicuramente recuperato appena l’emergenza sanitaria lo permetterà”.
Beneggi delinea anche il percorso da intraprendere al termine dell’emergenza: “Ci sono gli investimenti da portare a termine anche per rispondere alle normetive una necessità perchè l’ospedale possa continuare ad operare ma soprattutto, a livello comprensoriale quindi con l’Amministrazione di Saronno come capofila ma con l’impegno di tutto il territorio, serve lavorare per far tornare il presidio saronnese al suo ruolo di primo livello in modo che possa tornare ad avere tutti i reparti e i servizi. Sarebbe anche un modo per veder finire anche le sofferenze di personale che hanno avuto negli anni diversi reparti. Cito ad esempio la sofferenza con cui fa i conti, malgrado sia letteralmente in prima fila, il reparto di anestesia e rianimazioni che a Saronno è in grave carenza organica. Ho potuto parlare con qualche collega, medici e infermieri, che sopportano ritmi di lavoro davvero incredibili”.
Epilogo dell’intervista una riflessione sulla solidarietà “che a Saronno ha raggiunto livelli impressionati già durante la prima ondata con impegno di associazioni e di singoli cittadini” ma sulla risvegliata attenzione per l’ospedale dopo la drammatica vicenda delle morti sospette.