Ballottaggio, le riflessioni di Gilli: “I pro Fagioli in precipizio di livore, invettive e insulti. Il centro dei moderati è altrove”

SARONNO – La paura è un sentimento che assale e penetra nel profondo dell’animo di chi ne è colpito, che ne è annichilito al punto di perdere lucidità e senso del decoro. Esempi clamorosi di questi effetti si vedono in questi giorni qui a Saronno, dove i sostenitori di Alessandro Fagioli (al quale va riconosciuto un certo equilibrio) hanno imboccato cupamente la discesa a precipizio del livore, dell’invettiva, dell’insulto gratuito nei confronti degli avversari, riesumando un linguaggio ed argomenti da guerra fredda.
Per chi è moderato e di centro, queste sbavature sono anzitutto di cattivo gusto e, in definitiva, solo tentativi di sviamento dell’attenzione. Anziché parlare di programmi, su cui confrontarsi anche rudemente, i pro Fagioli urlano al pericolo rosso, paventano difficoltà di intese nelle ammucchiate, denunciano troppi galli nel pollaio.
Tutto ciò suona purtroppo patetico, ricorda il triste Gastone di Petrolini: il centrodestra è sparito, è rimasta solo una destra rutilante e vociante, quella che dice di avere… gli attributi. Il centro, quello vero, riflessivo e moderato si è ritirato altrove, si è liberato della gabbia delle ideologie e dei muri di Berlino in miniatura. Il vero centro in cui, nonostante le legittime differenziazioni di posizionamento, non si mettono a repentaglio rapporti amichevoli umani e personali di lunga durata, consuetudini di vita, collaborazioni in pubblici uffici per sparare a zero, a pochi giorni dal ballottaggio, contro amici che hanno fatto libere scelte nuove, dipingendole come tradimento o scelte di potere.
Argomenti penosi, che i pro Fagioli dovrebbero evitare, posto che è notorio che, quanto a promesse di posti, incarichi e prebende, il loro Campione ha battuto chiunque e alla grande. Passare con loro per le mie liste sarebbe stato un Eden di poltrone e poltroncine, ben di più di quanto perverrà dalla nostra scelta alternativa, abbracciata non senza dubbi e riflessioni.
Quindi, sostenitori della destra sovranista e del suo candidato locale, rassegnatevi una buona volta al concetto secondo cui, in un sistema libero e democratico, è lecito e normale avere opinioni divergenti, senza che ciò significhi passare dalla luce alle tenebre. Tenebre nelle quali vedo ahimè avvolto il buon senso che ho sempre accreditato ai miei odierni feroci “critici” quando collaboravano con me o, più recentemente, fino a poco fa, quando mi inviavano suppliche affinché non sostenessi il candidato Airoldi).
La memoria, quando è selettiva, giuoca brutti scherzi. Viviamo dunque serenamente e con maturità civica questi ultimi giorni di confronto tra i due candidati a Sindaco, finalmente sui programmi, sui progetti, non sui massimi sistemi (peraltro evocati da elegante e appassionata ospite esterna, che cinque anni fa mi sommerse con gli stessi complimenti esornativi oggi), ovviamente, su altro candidato, con ben poca fantasia e noiosa ripetitività).
01102020