Collettivo Adespota: “Aree dismesse? L’unica soluzione è utilizzare lo spazio in maniera autonoma, senza aspettare permessi”

SARONNO – Con una lunga nota condivisa su internet il collettivo Adesposta, gruppo anarchico attivo in città, torna a parlare di aree dismesse.
La nota parte dall’incontro “La tua opinione conta” organizzato dalla coalizione Lista civica Airoldi Sindaco, PD, Tu@ Saronno stigmatizzando la scelta delle modalità dell’appuntamento “venduto come un tavolo più o meno circolare di consultazione alla gioventù saronnese malgrado fosse ormai consumato esperimento di quella che è la democrazia partecipativa, dove i presenti finiscono per essere strumentalizzati pulendo la faccia di chi ha già deciso ma ha bisogno di ostentare un consenso anche minimo per procedere”.
Ed entrano nel merito: “È stato presentato un progetto già stabilito con un finanziamento ed un team già esistente di tecnici volto a fare dello stabile dell’ex Isotta Fraschini un campus universitario in cui convogliare studenti (tra 500 e 3000) ma anche una docenza ospite che possa attrarre interesse anche dall’estero. Un progetto che richiederebbe una trasformazione urbana sulle zone periferiche di Saronno volte al collegamento urbanistico e finanziario con Milano, oltre che a una ridefinizione delle attività attrattive e commerciali. Un modello che richiama ad un immaginario di Saronno come sobborgo di Milano”.
Insomma la proposta non ha conquistato il collettivo: “Cosa comporterà la costruzione di un campus universitario a Saronno? Come abbiamo già visto nelle esperienze di riqualificazione nelle grandi metropoli, svolte a partire da campagne anti-degrado / per il decoro, il risultato sarà un cambiamento che, in quanto tale, non potrà giovare agli attuali abitanti perché finalizzato alla speculazione e non di certo al loro benessere; un cambiamento economico, perché porterebbe all’innalzamento del caro-vita, soprattutto degli affitti, dunque ad uno spostamento inevitabile della parte della popolazione che già ora riesce a fatica ad arrivare a fine mese; una conseguenza calcolata, che darà poi lo slancio per una ridefinizione dei commerci e degli spazi saronnesi domani dedicata soprattutto, se non solo, all’attrattività giovanile e all’elite degli studianti. Un’inclusività ai fini di profitto è pericolosamente escludente a livello classista”.
“Non ci stupisce – continua la nota – che durante l’incontro sia stata volutamente oscurata parte della storia dell’area. Partendo dalla costruzione degli stabili, passando per la riconversione industriale, per l’acquisto da parte di aziende produttrici private, arrivando poi all’abbandono…non è stato fatto un minimo accenno ai 5 anni di occupazione e autogestione che hanno caratterizzato parte dell’area dismessa che affaccia nell’angolo di via Varese e via Milano. Forse a qualcuno conviene non parlare della possibilità di utilizzare uno spazio in maniera autonoma, senza aspettare concessioni o permessi. Ecco quale alternativa pensiamo possano avere quei luoghi vuoti e dimenticati: presi e vissuti in maniera non conforme a logiche di profitto e consumo, dove la critica, il confronto e lo stare insieme trovano finalmente forma attraverso l’orizzontalità e la partecipazione collettiva. Non pensiamo che questa possa essere un’alternativa ma anzi, che sia l’unica soluzione alle differenze sociali e tutto ciò che ne deriva. Un progetto come questo non farà altro che accentuarle e noi non solo non ci staremo, ma faremo di tutto affinché ciò non accada”.
27082020