Airoldi interroga il Comune: “Stanno arrivando 75 mila euro per i centri estivi. Perchè a Saronno i posti sono pochi e il prezzo alto?”

SARONNO – “Se tutto andrà come annunciato pochi giorni or sono dagli assessori MIglino e Tosi, l’Amministrazione saronnese appronterà campi estivi per un massimo di 235 bambini e ragazzi tra i 3 e i 14 anni. Se si farà di più, sempre a detta dei due assessori, sarà grazie ai privati”.
Inizia così l’intervento di Augusto Airoldi sui centri estivi. “Dice l’Istat che a Saronno ci sono 5209 bambini/e e ragazzi/e in età compresa tra 0 e 14 anni. Una sproporzione evidente tra potenziale domanda e offerta! Dettata, secondo gli amministratori, dalla necessità di rispettare le linee guida anti contagio che richiedono spazi molto ampi, un numero elevato di operatori professionali e costose misure di protezione. Ma è veramente così?
Dalle scuole con i loro cortili alle palestre, dalla piscina al Palaexbo, dagli impianti sportivi a tutti gli oratori e alle strutture della Comunità pastorale messe a disposizione del Comune dal parroco, don Armando Cattaneo. No, a Saronno le strutture non mancano. E un campus estivo diffuso è tutto tranne che impossibile.
Sarà allora un problema di bilancio comunale in sofferenza per le conseguenze del lockdown? Potrebbe sembrare, visto che nella nostra città il costo medio di una giornata di campus estivo è circa il doppio di quanto pagano le famiglie milanesi. Ma la realtà è diversa: l’Amministrazione saronnese sta per ricevere dal Governo altri 75.000 euro, questa volta specificamente destinati alle attività dei centri estivi e alla copertura dei costi aggiuntivi causati dal Covid.
Non rimarrebbe che l’incapacità progettuale e organizzativa dell’Amministrazione. Alla quale, mi auguro, sappia porre rapido rimedio. Perché avere risorse e non sapere come spenderle è molto peggio che sapere come spenderle, ma non averle. E a volte costringe ad inventare che i bisogni non ci sono più, come avvenuto per gli aiuti alimentari. Ma di questo parleremo un’altra volta.
I servizi estivi che vediamo oggi a Saronno non sono quelli che desidero per le nostre bambine e per i nostri bambini. Perché penso che il diritto alla socialità, al gioco in un ambiente protetto e sulla base di un progetto educativo, alla fruizione di spazi sicuri e pensati per loro, con personale professionalmente adeguato e nel rispetto delle linee guida anti contagio, debba essere assicurato ai nostri ragazzi.