Parma, parla un dipendente: “Hanno detto “la macchina si ferma” e hanno chiuso i cancelli”

SARONNO – SOLARO Una volta dire che si era stati assunti dalla Parma casseforti equivaleva a dire di aver avuto un colpo di fortuna. Quando sono entrato io, quarant’anni fa, eravamo in 400 compreso lo stabilimento di Saronno”. Sono le parole del gerenzanese Felice Garbelli dipendente della Parma Antonio e figli azienda che ha chiuso i battenti lo scorso 30 luglio e di cui il tribunale di Monza ha dichiarato il fallimento il 21 agosto.
Una chiusura arrivata come una doccia fredda: “I titolari ci hanno convocato in assemblea e ci hanno detto: “La macchina si ferma”. Dal giorno dopo i cancelli erano chiusi”. Da tempo i lavoratori erano preoccupati tanto che i più giovani avevano cercato altre strade: “Da due anni c’era il sentore che l’azienda non andasse molto bene. Sopravvivevamo. Negli ultimi tempi ci chiedevamo come mai si potesse sprecare tante ore di lavoro per mancanza di materiale o altri problemi. Alcuni reparti lavoravano su due grossi ordini ma gli altri erano davvero ridotti al minimo”.
Ora il futuro è un’incognita per i dipendenti che lavoravano da anni in Parma, il 70% ha oltre vent’anni di anzianità in azienda: “Oltre al problema del personale c’è anche l’amarezza per la chiusura di una realtà che era leader italiano del settore e che con la Lazzaroni ed altre ha fatto la storia del Saronnese”.
30082019