Crisi di governo, Rotondi: “Non ci mancherà nessuno di loro. Ora coraggio e fermezza”

SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Mauro Rotondi esponente del Pd cittadino in merito alla crisi di governo.
“Finalmente la parola fine. Il governo populista del cambiamento non esiste più, dissoltosi come un gelato al limone in questo pazzo agosto. Con un discorso duro ed energico, il presidente Conte si è congedato a testa alta chiudendo un’esperienza fallimentare.
Nel discorso in Senato, ai lati del presidente del consiglio erano seduti in visibile imbarazzo i due vicepresidenti; uno, il leader penta-stellato Luigi di Maio, è rimasto muto come un pesce senza mai intervenire, terrorizzato come un bambino dalla prospettiva concreta del voto, l’altro, il capitano Matteo Salvini, è apparso per la prima volta a disagio, in evidente difficoltà e ci ha offerto ancora una volta uno dei suoi pezzi di repertorio preferiti invocando il sostegno della Santa Vergine Maria.
Il presidente Conte ha sottolineato con chiarezza slealtà, opportunismo e codardia del suo ex alleato leghista esternando tutta la delusione per la fine dell’avventura. Peccato ci abbia messo 14 mesi a capire con chi era seduto al tavolo e nel mezzo del cammino abbia condiviso con la propria firma ogni nefandezza di questo governo.
Gli va in ogni caso riconosciuto l’impegno in Europa per evitare la procedura di infrazione, l’unico di questo governo sciagurato a capire l’importanza di lavorare in Europa per il bene del paese. Per il resto non se ne poteva più. Loro, quelli bravi del cambiamento, lasciano un paese in condizioni pietose, lo dicono i dati: 14 mesi di stagnazione, produzione industriale al palo, ore di cassa integrazione esplose, aumento dell’Iva a gennaio da scongiurare, una manovra di bilancio da 23 miliardi da brividi tutta da inventare.
In più, i tanti provvedimenti e progetti conclamati in agenda sono destinati da oggi a diventare carta straccia. Fine della giostra. Imbarazzanti, inconcludenti, sempre in perenne zuffa tra di loro per inseguire il consenso a stretto giro mentre il paese si fermava. Non ci mancherà nessuno di loro. Ora nessuna paura, governo di legislatura o elezioni, qualunque sarà la soluzione va affrontata con coraggio e fermezza. La palla passa al segretario Nicola Zingaretti e al presidente Sergio Mattarella, chiamati a decidere sul futuro prossimo del paese. Si volta pagina, che il buon senso lì assista e ci assista in questa fase delicata.
22082019