Indelicato analizza la “lenta strage degli alleati leghisti” a Saronno
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota del consigliere comunale indipendente Alfonso Indelicato dal titolo “Lenta strage a Saronno”
La lenta strage degli alleati dell’amministrazione leghista iniziata all’indomani della vittoria alle ultime Comunali prosegue senza sosta. L’ultima vittima è Luca Amadio, già responsabile del Duc saronnese ed ora responsabile di se stesso. Ma partiamo dall’inizio, sia pure evitando per buona creanza di fare nomi.
C’è chi si è visto stroncare sul nascere per un like messo al posto sbagliato. Chi invece è stato emarginato perché accreditato di una personalità forte e non facilmente gestibile. Altri perché si era deciso di far entrare in maggioranza un partito che ne stava fuori, e di conseguenza bisognava fargli posto anche in giunta. Il posto lo fece, naturalmente, l’assessore figlia di nessuno, cioè rappresentante di una lista che non esisteva più (perché non esisteva più, lo accenno di seguito). Poi venne il turno di una persona per eliminare la quale furono sollecitate e ottenute lettere di biasimo in stile Lubianka. Ora è il turno di Amadio, per aver rifiutato di accollarsi una colpa non sua, quella della paternità dell’ormai celebre Sluminacchio. Certo hai una bella faccia tosta, caro Luca: tu non accetti di accollarti Sluminacchio per salvare l’onore dell’Amministrazione?
Ma proseguiamo nell’analisi. Che parte hanno in tutto ciò – si potrebbe chiedere il curioso di cose saronnesi – le formazioni politiche (partiti, liste civiche) della città?
Le parti in commedia sono sostanzialmente due. Ci sono le formazioni che semplicemente cessano di esistere, disintegrate dalle decisioni del sindaco all’indomani dell’epocale vittoria elettorale. E ci sono quelle che sopravvivono allo stato di larve.
La larvalità (propongo il sostantivo alla benevola attenzione degli accademici) è sempre dovuta ai contrasti interni che sorgono quando il sindaco entra in casa altrui e decide al posto dei i padroni di casa. La differenza rispetto alla sparizione è che in questo caso, per l’appunto, vi è quanto meno una formale sopravvivenza.
Si registra anche un interessante fenomeno collaterale. Nessuna delle formazioni politiche umiliate e offese muove un dito a difesa dei membri umiliati e offesi. Tacciono e si adeguano. Talora plaudono. Talora addirittura si schierano contro il loro militante che ha meritato le ire del Principe (caso di chi scrive). Tutto per qualche misero riscontro: poltrone, poltroncine, seggiole, seggioline, sgabelli. Piccole cose, ma importanti per la sopravvivenza politica. I plenipotenziari dei partiti, dal canto loro, osservano dall’alto il guazzabuglio saronnese e assentono: non sia mai che per qualche bega di periferia si rompano equilibri e ci vada di mezzo il loro più alto scranno … insomma, c’è del metodo in questa follia.
In conclusione benvenuto, caro Amadio, fra i reietti. Chissà se verrà il tempo, a Saronno, in cui gli ultimi saranno i primi.