Uboldo civica: “Bocciata un’occasione per difendere la democrazia”

UBOLDO – Pubblichiamo integralmente la nota di Uboldo Civica in merito alla mozione presentata in consiglio comunale.
È con amarezza e delusione che accogliamo la bocciatura della nostra mozione finalizzata a subordinare la concessione e l’utilizzo di spazi e luoghi pubblici, nonché del patrocinio, ad una dichiarazione di rispetto dei principi democratici della Costituzione e di ripudio del fascismo. A votare contro nella seduta consiliare del 6 dicembre è stata la maggioranza di Uboldo al Centro, mentre Progetto per Uboldo si è unita al nostro voto favorevole e le altre minoranze si sono astenute.
Uboldo Civica negli ultimi dieci anni si è occupata di tutti gli argomenti all’ordine del giorno del Consiglio Comunale e di interesse per la comunità, dalla tutela ambientale, al bilancio, alle questioni sociali, con tanto di proposte, contributi e critiche. Ciò non impedisce di occuparsi anche di questioni di grande valore morale, civico e politico – ed è questo il metro per giudicare l’iniziativa.
La proposta è scaturita da un’analisi reale del fenomeno di emersione del neofascismo nella sua espressione più moderna, non solo attraverso alcune forze politiche più o meno presenti nell’agone nazionale, ma anche, in una modalità meno eclatante e più mascherata, attraverso l’organizzazione in associazioni fra le più disparate, quali strumenti di propaganda e ricettacoli per nuovi adepti. Non può certo sfuggire l’aumento consistente di atti intimidatori e di violenze legate all’universo neofascista.
Un allarme lanciato persino da una risoluzione del Parlamento europeo del 25 ottobre 2018 e dalla richiesta della senatrice Liliana Segre, sopravvissuta alla deportazione nei campi di concentramento, che il Parlamento italiano costituisca una Commissione speciale sul fenomeno.
Ecco perché ci aspettavamo l’accoglimento della mozione da parte della maggioranza. Abbiamo invece assistito allo spettacolo della ricerca affannosa di ragioni pretestuose per respingerla.
Tendenziosa e pretestuosa è la volontà di accomunare questioni storiche che non hanno nulla a che vedere con la storia del nostro Paese (l’Italia non è la Russia di Stalin, ma il Paese di Mussolini), contraddittoria invece l’argomentazione secondo cui “le leggi esistono già”, poiché la stessa Amministrazione, nonostante le leggi, vuole inserire una norma simile, per quanto confusa, per l’uso di una sala comunale.
Infine, superficiale la conclusione per cui tale fenomeno oggi non troverebbe terreno fertile nella nostra comunità. In questi casi deve prevalere il principio della prevenzione, soprattutto nei confronti dei giovani, più vulnerabili. Accogliere la mozione avrebbe fornito uno strumento, considerato giuridicamente valido dal Tar (ordinanza n. 68/2018, sede di Brescia), per arginare tale fenomeno ed espresso solidarietà politica ai tanti Comuni che lo hanno inserito nei propri Statuti o Regolamenti.
Troppa l’ipocrisia negli argomenti della maggioranza per respingere una norma a tutela delle libertà di tutti, poiché non smetteremo mai di ricordare che il fascismo non è un’opinione come le altre da tutelare, ma è un crimine, e limitare un crimine è un dovere civico e politico. Il fascismo, sotto qualunque forma si ripresenti, è la negazione della democrazia.
17122018