Saronno, giovedì 28 si elegge il nuovo presidente ma… la maggioranza ancora non c’è
SARONNO – E’ stato convocato giovedì 28 novembre il consiglio comunale con cui si eleggerà il nuovo presidente dell’assemblea cittadina dopo le dimissioni di Pierluigi Gilli.
Un passaggio obbligato che, stando all’ordine del giorno, precederà l’approvazione di una variazione di bilancio che si dice corposa e necessaria per portare avanti l’attività amministrativa. Del resto l’Amministrazione del sindaco Augusto Airoldi al momento non ha una vera maggioranza e in caso di convocazione dell’assemblea è un problema persino mantenere il numero legale senza la collaborazione degli indipendenti e dell’opposizione.
I numeri sono presto detti: 11 consiglieri d’opposizione (5 Lega, 4 Obiettivo Saronno, 1 Fdi, I Fi) e 12 la maggioranza (5 Pd, sindaco, 2 Tua@Saronno, 1 Con Saronno, 3 Saronno Civica) a cui si aggiungono i due indipendenti Marta Gilli (che ha spiegato di non avere più fiducia nel sindaco con un comunicato e ha votato a favore della mozione di sfiducia oltre che contro al bilancio consolidato) e Giuseppe Calderazzo (che si è detto disponibile (fin dalla sua uscita dal Pd) per un appoggio esterno ma solo con una vera condivisione e una vera rappresentatività del M5s a cui ha aderito).
Dopo la mozione di sfiducia sembrava tutto risolto: le dimissioni di Gilli seguite dall’astensione di Calderazzo che ha salvato Airoldi da un’imbarazzante sfiducia sembravano la risposta alle voci che parlavano anche di un allargamento della maggioranza a M5s con una sorta di campo largo. Si parlava di un Calderazzo presidente del consiglio comunale pronto a collaborare. Sembra la quadra del cerchio che si cercava dal consiglio del 30 settembre quando il voto contrario di Marta Gilli ha dimostrato l’assenza di una maggioranza (creata dall’uscita di Obiettivo Saronno, Calderazzo e infine della stessa Gilli).
I ben informati parlano di un’indisponibilità di diversi esponenti della maggioranza (soprattutto Pd) a votare Calderazzo per il ruolo di presidente per cui molti preferirebbero il capogruppo Pd Francesco Licata che già veste il ruolo di vice. Del resto escluse convergenze con la minoranza per l’elezione alla terza votazione serve comunque la maggioranza assoluta quindi 13 voti un risultato difficile da ottenere, senza aiutini, anche alla luce delle dichiarazioni di Pierluigi Gilli contro il campo largo e la presidenza pentastellata. A complicare le cose c’è il fatto che la presidenza del consiglio comunale non è il problema della maggioranza ma un problema.
L’obiettivo della maggioranza di Airoldi è quella di trovare il tredicesimo voto (naturalmente senza perdere il dodicesimo come ha detto con sottile ironia Gilli) e facile immaginare che in caso di mancata elezione a presidente Calderazzo non sia disponibile ne a voti a favore al previsionale ne ad astensioni o assenze strategiche.
E quali sono gli altri scenari? C’è l’improbabile rientro di Marta Gilli e si romanza molto, a livello cittadino e provinciale anche su un aiutino di Forza Italia ossia Agostino De Marco. Del resto, dicono i sostenitori di quest’ipotesi, in provincia Fi e Pd governano insieme e recentemente Librandi è entrato in Forza Italia. L’ipotesi, pur non particolarmente fantasiosa che farebbe di Saronno un laboratorio nazionale, piace pochissimo a Forza Italia e ancor meno al Pd.
Quindi? La quadratura del cerchio per la coalizione Airoldi ancora non c’è. Se nell’elezione del presidente del consiglio comunale il voto segreto potrà favorire aiutini, manine ma anche qualche franco tiratore e dispettino, nella successiva variazione e nell’approvazione del consolidato la coalizione Airoldi dovrà mostrare una maggioranza con i numeri se non solidi almeno credibili. Difficile pensare che si possa governare con temi importanti sul piatto (gli stessi per cui l’amministrazione dice di non lasciare il posto perchè si fermerebbero cantieri e progetti) con una “non maggioranza” che confida e governa con assenze, voti pietosi e caritatevoli astensioni.
Insomma giovedì 28 novembre, tornando dopo un anno nella rinnovata Sala Vanelli, alzandosi uno per uno e andando a votare nel segreto dell’area dietro la sala, i consiglieri di maggioranza dovranno mostrare e poi presentare alla città una nuova maggioranza abbastanza convincente da durare fino a fine mandato. O almeno così spera e merita la città.
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