Crisi di maggioranza, Gilli granitico: “No al campo largo ma neanche al camposanto politico”
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SARONNO – “Prossimamente, il consiglio Comunale dovrà eleggere il suo nuovo Presidente, dopo che, lo scorso 7 novembre, ho protocollato le mie dimissioni, annunciate la sera prima direttamente all’inizio della seduta dedicata alla discussione della mozione di sfiducia al Sindaco. Non se ne parla più, se non per dubitare della motivazione della mia decisione e per collegarla ad una pretesa avanzata da un gruppo politico che, senza eletti in Consiglio Comunale, cerca di accomodarvisi tramite il transfuga da altro partito a cui, si dice, “passerà” la presidenza quasi per ius divinum. E in effetti l’aspirante, appena sentite le mie dichiarazioni, ha immediatamente colto la palla al balzo, non riuscendo a contenere l’entusiasmo per il supposto successo piratesco”.
Inizia così la lunga nota di Pierluigi Gilli, capogruppo di “Con Saronno Lista Civica di Centro – L’Italia c’è “, che fa il punto della situazione politica dopo le sue dimissioni da presidente del consiglio comunale e sull’elezione del suo sostituto.
“Vale allora la pena di rammentare che è oggettiva e notoria la mia assunzione di incarichi di una certa rilevanza nel Consiglio Provinciale di Varese, il che mi richiede in sede scomoda un supplemento di impegno assorbente e incompatibile con la prosecuzione nel lavoro di seconda carica comunale: io, almeno, non me la sento di fare la trottola tra Varese e Saronno, non essendo neppure più un giovanotto. Perciò, sono decisamente stanco delle arzigogolate interpretazioni di sedicenti esegeti politici, che al contrario mi riducono ad una pedina sacrificale per scongiurare l’approvazione di una mozione di sfiducia.
Sappiano questi finissimi ermeneuti che prendo liberamente e razionalmente le mie decisioni e che non sono né “orientato”, men che meno minatoriamente, né sostituito da qualche tutore a rimedio di mie incapacità psicofisiche.
Se ne facciano una ragione: mantengo lucidità anche nelle prospettive di politica, nazionale e locale. Tant’è che già nella dichiarazione di voto sulla mozione di sfiducia ho senza indugi scartato l’emersione di un allargamento da campo largo della compagine di sostegno al Sindaco: non mi si può certamente rimproverare di mutismo o di ambiguità.
Quanto alla mia successione, al di là della battuta après moi le déluge, mi sovviene una ricca dote di proverbi per descrivere la situazione.
Infatti, per compiacersi che la gallina ha fatto l’ovo, occorre anzitutto disporre dell’uovo. Quando questo lo si ottiene con un voto a scrutinio segreto, la prudenza è d’obbligo, perché non si vende la pelle dell’orso se prima non lo si è ucciso e non si dice gatto se non lo si ha nel sacco. Sempre felinamente: la gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi.
Gli aspiranti, nel segreto dell’urna, sono certi di avere i necessari 13 voti?
In fondo, tutti i 25 aventi diritto al voto (24 Consiglieri + il Sindaco) sono potenzialmente il 13° voto…
Sicuramente, non lo sarò io, ancorato al centro, posto che dal campo largo non voglio scivolare per incoerenza nel camposanto politico.
Per sciogliere il rebus, non resta che attendere il Consiglio Comunale: una partita a scacchi, una battaglia a colpi di schede segrete. Previsioni cabalistiche e incerte; solitamente, però, il proverbio, con popolare sicurezza, certifica che… chi entra Papa nel Conclave, ne esce Cardinale.
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