Saronno, bimbo autistico multato sul bus: l’amarezza dei genitori malgrado la sanzione annullata

SARONNO – “La società di trasporti ci ha annullato la multa e ci ha fatto le sue scuse, ma resta il difficile momento che mia moglie e mio figlio autistico hanno dovuto affrontare quando, sul mezzo pubblico, sono stati sanzionati da un controllore, nonostante mio figlio, come disabile, avesse diritto a viaggiare gratis. Per lui andare in autobus era una vera festa, e il momento di frustrazione che ha vissuto è stato intenso e davvero impattante per la sua quotidianità”.
Sono le parole di un papà saronnese che racconta la disavventura capitata al figlio e alla moglie mercoledì scorso, 6 novembre: “Per mio figlio fare un giro in autobus della città era una grande avventura che lo calmava. Gli autisti, da sempre, ci hanno detto che può viaggiare gratuitamente. Mia moglie lo accompagna e paga regolarmente il biglietto. Mercoledì alle 11, però, è salito un controllore che ha detto che la disability card mostrata da mio figlio non gli garantiva il viaggio gratuito e che, essendo senza biglietto, gli avrebbe fatto la multa”.
È stato un momento difficile: “È stato molto scortese e poco attento al difficile momento che stavano attraversando. La sera, quando mi hanno raccontato l’accaduto, ho subito scritto alla società che gestisce il servizio di trasporto urbano in città. Ci hanno annullato la multa e spiegato una procedura da seguire per ottenere un’altra tessera di esenzione. Tuttavia, per la mia famiglia e soprattutto per mio figlio, è stato un trauma che potrebbe averlo privato di una delle piccole gioie della sua vita”.
“Sono profondamente dispiaciuto – spiega la società nella lettera di risposta – per quanto accaduto e mi scuso a nome personale e dell’azienda per lo spiacevole episodio, ancor più grave perché immaginavo che i pubblici ufficiali fossero consapevoli delle proprie azioni. Non si preoccupi assolutamente del pagamento della multa: è annullata e lo comunicherò io stesso al fornitore delle attività di controlleria”.
L’azienda ha inoltre spiegato che i controlli vengono eseguiti da una società terza: “I servizi di controlleria, effettuati da terzi da circa tre anni, hanno mostrato nel periodo più recente una sostanziale involuzione nel comportamento degli addetti. Sebbene siano state impartite istruzioni sui titoli di viaggio da accettare o rifiutare, noto una foga verso l’incasso che non è giustificata né giustificabile, soprattutto quando il ‘reo’ è un ragazzo che non ha, evidentemente, una piena consapevolezza del connubio viaggio–pagamento del titolo di viaggio”.
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