Osteopatia: in quali condizioni può risultare utile?
L’osteopatia è una disciplina che, in base alle classificazioni dell’OMS, rientra nel novero delle medicine complementari, ovvero quelle pratiche che possono essere affiancate anche a trattamenti di medicina convenzionale.
È nata negli USA verso la fine del XIX secolo per poi diffondersi anche nei Paesi europei. In Italia è riconosciuta da diverso tempo come professione sanitaria e negli ultimi anni è aumentato il numero dei professionisti che praticano questa disciplina; in caso di necessità è possibile trovare un osteopata Milano e in quasi tutte le città d’Italia.
Ma in cosa consiste esattamente l’osteopatia e in quali condizioni può risultare utile?
Cos’è l’osteopatia?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’osteopatia come una “professione di contatto primario con competenze di diagnosi, gestione e trattamento dei pazienti, esclusivamente manuale, che si indirizza a tutte le persone, dal neonato all’anziano”.
Da questa definizione si può notare come nell’osteopatia manchi il ricorso a rimedi farmacologici o strumentali; semplificando molto, il trattamento consiste quindi nella manipolazione manuale.
Quella su cui si basa l’osteopatia è una filosofia olistica che considera l’organismo umano come una sola entità in cui ogni parte è interconnessa e ha influenza sulle altre. Secondo questa filosofia, vari disturbi sono dovuti a uno squilibrio nella struttura e nella funzione del corpo; di conseguenza, la correzione di questo squilibrio, attraverso le manipolazioni manuali, può favorire la guarigione.
Per quali condizioni viene suggerito il ricorso all’osteopatia?
Gli osteopati suggeriscono il trattamento osteopatico per un grande numero di disturbi che riguardano diversi sistemi. Per quanto riguarda quello muscolo-scheletrico si ricordano in particolare la cervicalgia, la dorsalgia, la lombalgia, la gonalgia (dolore al ginocchio), la pubalgia, il colpo di frusta, i problemi a carico dell’anca, la fascite, le tendiniti ecc.
Relativamente all’apparato masticatorio le problematiche trattate sono le malocclusioni e i disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare (disturbi ATM).
Per quanto concerne il sistema neurologico possono trovare giovamento pazienti che soffrono di cefalea, vertigini, ernia del disco, nevralgia facciale e cervico-brachiale, sciatalgia e cruralgia.
Il trattamento viene suggerito dagli osteopati anche nel caso di disturbi che interessano il sistema neurovegetativo come nel caso di fibromialgia, stati ansiosi, reflusso gastroesofageo, fatica cronica, ernia iatale, pirosi gastrica, stitichezza, sindrome del colon irritabile ecc.
In linea di massima, il trattamento osteopatico, non ricorrendo a rimedi farmacologici o strumentali, non è gravato da particolari effetti collaterali. Va però precisato che non è indicato in tutte le situazioni.
Quando l’osteopatia non è indicata?
Il ricorso al trattamento osteopatico non è indicato nel caso di emergenze o urgenze mediche, così come non è indicato per il trattamento delle malattie genetiche, delle patologie degenerative croniche, delle infezioni e, in generale, per tutte quelle condizioni nelle quali sia presente un danno organico importante e nelle quali risulti necessario un trattamento medico-chirurgico.
La prima visita
La prima visita dall’osteopata ha un’importanza fondamentale perché è quella in cui viene stabilito il percorso che dovrà essere intrapreso per tentare di raggiungere l’obiettivo che ci si prefigge.
Fondamentale nel corso della prima visita è la fase dell’anamnesi ovvero quella in cui il paziente espone all’osteopata non soltanto la problematica che lo ha condotto allo studio, ma anche tutte le informazioni che riguardano il suo stato di salute generale, il suo stile di vita e la storia medica familiare.