Pesce d’Aprile, la poesia era un Attac contro “una Saronno a 12 piani”

SARONNO – “Ebbene sì, la poesia dello “pseudo Rodari” era un pesce d’aprile. Confezionata da Attac Saronno. Fatta per far sorridere, ma anche per farci pensare. E, conseguentemente, agire”
Inizia così la rivendicazione del pesce d’aprile di Attac Saronno che ha realizzato una poesia “Il cielo sopra Saronno” pubblicata ieri, primo aprile da ilSaronno. QUI TROVATE IL TESTO INTEGRALE
Come mai un pesce d’aprile da Attac? L’associazione lo spiega con una nota.
Perché non vogliamo una “Saronno a 12 piani”. La città che da decenni ci stanno proponendo tutti, quella dei grattacieli, del traffico, dell’inquinamento, della bassa qualità di vita soprattutto per chi è più fragile: bambini, ragazzi, anziani su tutti.
Dalla seconda metà degli Anni Novanta abbiamo proposto alternative ecologiche al Piano Regolatore Generale del centrosinistra, che con il PRG del 1997 creava valore ai privati trasformando le aree ex industriali in terreni per residenziale e terziario.
Il centrodestra, al potere con Gilli dal 1999, cominciò ad applicarlo: via Ferrari è lì a dimostrarcelo. E la magistratura fermerà per bancarotta le torri previste vicino a dove ora sta per sorgere, tra l’altro, l’ennesimo grattacielo, di nome “Torre Parko”.
Il centrosinistra tornò al governo nel 2010: ci si poteva aspettare un piano che mettesse fine al consumo di suolo e allo scandalo di una città con duemila vani sfitti e seicento famiglie in attesa di alloggio. E invece no. Arrivò così il Pgt ancora vigente, assai prodigo – come Attac dimostrò – verso il settore immobiliare: ma il nuovo cemento era, secondo chi lo firmò, “il prezzo da pagare” a una fallimentare idea di sviluppo urbano.
Con Fagioli, poi, tornò la destra e cominciò ad applicarlo, con soluzioni persino peggiorative.
Oggi l’ultimo “centrosinistra” guidato da Airoldi e sostenuto da Gilli cosa fa?
Scorpora dal Pgt tre aree importantissime: deposito Fnm, Colombara, via Varese; sull’area ex Isotta non prevede un parco che non sarà il “polmone verde” tanto atteso; propone un Piano Generale del Traffico Urbano che ha l’obiettivo, per Saronno – ottava città più inquinata d’Europa dalle polveri sottili – di “non peggiorare la situazione esistente”.
Chissà cosa ci riserverà il prossimo PGT! Intanto le tre torri di via Piave / Montegrappa ce ne danno un assaggio.
È questa la Saronno che vogliamo?
Quella in cui il Comune, invece di chiedere allo Stato più risorse, decide di ricavarle dagli oneri di urbanizzazione (quando lo fa) per gestire la città?
Noi ci opponiamo ancora, e ancora ci opporremo, a questo uso del territorio, a questa idea di città e di comunità. E chiediamo ai saronnesi, partecipando, di farlo con noi. Per quel bambino che non vede più il cielo sopra la Saronno a dodici piani.
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