Monti da Lazzate: “Eliminare i limiti di mandato per i sindaci”
LAZZATE – Lo scorso 25 gennaio il Governo ha varato il cosiddetto decreto “Election day” al cui interno è prevista la modifica del comma 2 dell’articolo 51 del Tuel estendendo la possibilità di un terzo mandato per i sindaci dei comuni tra i 5.000 e i 15.000 abitanti ed eliminando ogni limite per quelli sotto i 5.000. “La notizia è stata accolta con piena soddisfazione dalla maggioranza delle forze politiche, soprattutto dagli amministratori locali, aprendo però un ulteriore punto di dibattito: perché non introdurre il terzo mandato per tutti i comuni, anche quelli di grandi dimensioni?” si domanda Andrea Monti, sindaco leghista di Lazzate.
Cosa accade nel resto d’Europa? “Il limite ai mandati del Sindaco non si rinviene in quasi tutta Europa, tranne il caso del Portogallo (limite dopo il terzo mandato) e la Polonia (limite dopo il secondo mandato). E’ bene ricordare che le modalità delle elezioni non sono omogenee in tutte le legislazioni dei vari stati, ovvero non in tutti è prevista l’elezione diretta del sindaco, ma anche laddove è prevista non si pone nessun limite alla ricandidatura” riepiloga Monti.
“Se il presupposto del limite, così come inteso nel 1993, è quello di limitare la permanenza di un sindaco e incentivare il ricambio, sarebbe opportuno notare la distorsione che tale decisione ha di fatto prodotto oggi, a distanza di anni, nell’elettorato e nella politica locale. Si noterà infatti come l’opzione “secondo mandato”, è ormai acquisita come una prassi sia nelle segreterie politiche, che difficilmente decidono di non candidare il primo cittadino uscente, sia negli elettori, ormai propensi a rivotare il loro sindaco per la seconda volta, come ne fosse una naturale estensione – fa notare Monti –
Questo atteggiamento, facilmente rinvenibile dai risultati elettorali, ha addirittura portato gli stessi partiti ad assumere strategie politiche che si adeguano a questa sorta di mandato “lungo”. Ovvero, non sono pochi i casi in cui le minoranze decidano di non presentare il candidato “buono” dopo il primo mandato, nella certezza che sarà più facile sfidare le maggioranze uscenti quando saranno costrette a cambiare il sindaco alla fine dei due mandati. Ciò significa che l’introduzione di un terzo mandato, in prospettiva, potrebbe sterilizzare la politica locale addirittura per quindici anni, creando una potenziale stortura democratica. Ecco perché, prendendo il coraggio a quattro mani, si dovrebbe giungere a una semplice soluzione: eliminare qualsiasi limite di mandato. A questo punto non esisterebbe nessun presunto diritto alla riconferma, sia esso effettivo o solo percepito, e la sfida elettorale sarebbe sempre e comunque alla pari, aperta, ogni cinque anni”.
15022024