Saronno, con il Trasporto i saronnesi hanno rinnovato la tradizione (foto e video di Stefano Bergamini)
SARONNO – Il dono della vita, l’importanza di un perdono vero e autentico, l’educazione e i valori con cui vivere al meglio la quotidianeità sono stati questi i temi trattati ieri dalla Comunità pastorale Crocifisso risorto che si è radunata, ancora una volta, per la festa del Trasporto.

LA TRADIZIONE
Tutto è iniziato nel 1734, anno dell’abbattimento dell’antica chiesa di San Cristoforo dalla quale il santo Crocifisso fu trasportato e definitivamente collocato nella navata sinistra della Prepositurale. L’anno successivo l’allora arcivescovo di Milano Filippo Visconti istituì la ricorrenza del Trasporto in cui venne definita la processione, da tenersi la quarta domenica di ottobre, del Crocifisso. Si tratta di una scultura risalente al XVII secolo regalato alla saronnese confraternita di San Cristoforo da una comunità religiosa di Cernobbio sul lago di Como. Nel diario di uno storico conservato in Prepositurale sulla data del 3 maggio 1731 si può leggere che l’effige fu donata dalle monache benedettine di Cernobbio perchè “molto pesante e difficile da maneggiarsi da un sesso femminile“. Pochi anni dopo nel 1783 arrivò l’ordine dell’imperatore Giuseppe II si sopprimere la chiesa di San Cristoforo da cui la necessità di spostare la statua in Prepositurale punto d’origine della festa cittadina. Una novità fu introdotta nel 1940 quando il cardinal Schuster, in visita a Saronno, pose per la prima volta la corona di spine d’oro sul capo di Cristo al termine della processione rituale che viene ripetuto ancora oggi.
Anche quest’anno si sono rinnovati tutti i rituali della ricorrenza: l’incoronazione del crocifisso in un’affollatissima messa sabato sera, le riflessioni del prevosto nella celebrazione solenne di domenica mattina e infine la processione con le autorità civili, militari, tutti i religiosi della città e tantissimi fedeli nel pomeriggio a partire dalle 15,30.
Dietro il Crocifisso, portato dagli scout reduce dalla consegna della Ciocchina, si sono radunate moltissime persone. E’ stato intenso vedere come da piazza Libertà la parte del corteo sia sempre più cresciuta con tanti saronnesi che si accodavano uscendo dalle cose il risultato è stato che al ritorno davanti alla Prepositurale la piazza è stata gremita dai fedeli.
“La croce ci insegna a vivere una vita all’insegna di tanti piccoli gesti di bene in cui Dio si compiace” ha spiegato il decano don Riccardo Pontani che ha tenuto l’orazione finale dopo la preghiera con le intenzioni della città e prima dell’esposizione del Crocifisso in Prepositurale. Intenso l’intervento del religioso che ha parlato di accoglienza, di preghiera, di intimità con Dio ma anche dell’importanza della dedizione: “La croce di insegna ad andare fino in fondo nel quotidiano nella vita, nel lavoro, nell’amore, nel pregare, Cristo ci insegna ad andare fino in fondo”.
Al termine della cerimonia i sentiti ringraziamenti del prevosto monsignor Claudio Galimberti che ha ricordato la raccolta di fondi realizzata, in occasione della festa, dalla comunità pastorale per il fondo delle parrocchie a sostegno della comunità.