“2000 battute”: l’antica chiesa di San Solutore: cenni storici
L’imperatore Federico Barbarossa assediò Milano e poi la rase al suolo (1162). Il comune di Milano da tempo era in guerra con Como, città fedelissima all’imperatore. Saronno e i villaggi circostanti, zona di confine, risentivano di questa situazione turbolenta e incerta.
Nello stesso periodo la Bolla di Papa Alessandro III (1169) attestava l’esistenza, nel territorio di Saronno, delle chiese di San Pietro e di Santa Maria, e fuori dal borgo della chiesa dedicata a Solutore, legionario romano del III secolo martirizzato e santificato con i commilitoni Avventore e Ottaviano (con questi spesso raffigurato nelle immagini sacre).
La chiesa si trovava in mezzo ai boschi nei pressi dell’odierna Cascina Colombara, nel medioevo denominata “Runchus S. Quirici”, lungo una delle tante “Comasinelle”, le strade che collegavano Milano e Como (nel nostro caso da nord a sud via Larga-via Miola-via Piave-via San Carlo e da qui a Caronno).
“Le poche notizie conservate ci descrivono un elegante edificio, situato nella solitudine dei boschi, costruito in istile comacino, di piccole proporzioni (cubiti 30 in lunghezza, 13 in larghezza e 12 in altezza). Aveva le finestrelle rettangolari, terminanti ad arco, l’abside con la volta, un bel rosone sulla porta d’ingresso, e l’atrio veniva sorretto da colonne con fregi di cotto. Le crocette sulle pareti, ornate di affreschi, ancora visibili nel 1569 [durante la visita pastorale di San Carlo Borromeo], indicavano che la chiesa era stata consacrata” (Padre Paolo Maria Sevesi, Chiese di Saronno antiche e nuove, 1932).
La volta della chiesa era coperta con semplici tegole e il pavimento era di mattoni. La facciata era decorata con dipinti raffiguranti la Madonna col Bambino, San Rocco e San Sebastiano, c’era anche “una bellissima scoltura di Gesù deposto dalla croce di molta devozione”.
La chiesa possedeva un beneficio di tredici pertiche di terra e una casetta collocata a mezzogiorno, con due stanze a piano terreno e due nel piano superiore, abitata da un eremita.
Nel 1499 la “Scuola di Tutti i Santi” destinava alcune offerte per il pozzo: è arrivata fino ai giorni nostri la fama del pozzo di San Solutore e della sua acqua particolarmente fresca e buona.
[continua…Buona Pasqua a tutti]
Alessandro Merlotti
Fonti:
• Padre Paolo Maria Sevesi, Chiese di Saronno antiche e nuove, Saronno, Tipografia dell’Orfanotrofio, 1932, pagg. 38-41;
• Enrica Rossi, Il borgo di Saronno nei secoli XIII-XIV e le origini dell’insediamento francescano, in San Francesco di Saronno nella storia e nell’arte, ISAL – Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda, Milano, 1992, pagg. 23-80;
• Testimonianza orale di Gian Paolo Masini, Saronno, 2007.
Fonti per le immagini:
• https://mole24.it/2015/11/20/torino-i-santi-martiri-solutore-avventore-e-ottavio/;
• Fonti e studi d’umanismo saronnese, Guerra e pace tra Milano e Como dal Trattato in copia depositato presso il Convento di san Francesco di Saronno, a cura di Vittorio Pini con la collaborazione di Angelo Augusto e Marco Antonio Citterio, Saronno, 1986, allegato grafico mappa “Seronum Castrum et Burgus Mediolani Comitatus MCCLXXXVI”, disegno di Pietro Guzzetti.
2000 battute (più o meno) fuori sacco
Storia locale e storie locali dal passato remoto agli anni più recenti, per provare a interpretare l’attualità rileggendo ciò che è accaduto. Storie e curiosità lette, trovate negli archivi o ascoltate negli ultimi trent’anni. Senza presunzione, cercando di imparare ogni giorno qualcosa in più.