Saronno delibera l’introduzione della tassa di soggiorno: caos su testo e riferimenti normativi in consiglio

SARONNO – E’ stato un lungo dibattito quello che ieri, martedì 20 dicembre, ha accompagnato l’approvazione, da parte del consiglio comunale, dell’introduzione della tassa di soggiorno a Saronno. Il confronto è stato serrato sul merito, ossia sulla scelta dell’introduzione della tassa (la maggioranza ha sostenuto essere un’occasione per ottenere fondi per rendere la città ancora più attrattiva mentre l’opposizione ha sottolineato l’assenza di un piano per rendere Saronno a dimensione di turista o di visitatore business con il Comune che parte dalla tassazione invece che dare sostegno al settore) sia sul metodo.
LA TASSA DI SOGGIORNO SPIEGATA DALL’ASSESSORE D’AMATO
LA POSIZIONE DEL SINDACO AIROLDI SULLA TASSA DI SOGGIORNO
Due i punti di scontro l’ascolto preventivo delle associazioni di categoria e la normativa citata come base della delibera comunale. Come fatto notare dal consigliere Gianpietro Guaglianone (FdI) e poi più dettagliatamente dal capogruppo Luca Amadio (Ob Sar) il riferimento normativo indicato nel testo saronnese era stato annullato e sostituito da un provvedimento successivo. Ossia nella delibera si parla di un provvedimento del 2018 mentre è in vigore uno che lo sostituisce a annulla del 2020.
Sull’aspetto normativo il presidente Gilli ha subito, alle prime circostanziate obiezioni, chiesto al consiglio comunale di rettificare il provvedimento salvo poi l’intervento dell’assessore al Bilancio Mimmo D’Amato che malgrado la nuova normativa rimarchi la decadenza della precedente ha chiesto che fosse mantenuto anche il riferimento di quest’ultima. Una scelta stigmatizzata, anche dal punto di vista formale, dal consigliere Marta Gilli che non a caso si è astenuta parlando di “confusione, poca trasparenza e superficialità del provvedimento”.
Sulla consultazione delle associazioni di categoria le versioni sono diverse: l’assessore D’Amato in commissione ha parlato di alcuni abboccamenti, il sindaco Augusto Airoldi ha dichiarato in conferenza stampa che le associazioni non erano state sentite e il presidente Pierluigi Gilli ha messo le mani avanti rimarcando come prima dell’approvazione del consiglio comunale non fosse necessario coinvolgere gli operatori. Non a caso lo stesso Gilli ha proposto di cancellare la frase in cui si parla dell’ascolto preventivo delle associazioni di categoria. L’assessore D’Amato però si oppone, con forza e una buona dose di indignazione, parlando di mail inviate alle associazioni di categoria tanto da avere anche la risposta di un rappresentate non contrario all’introduzione della tassa. Così l’inciso, per il presidente Gilli inopportuno, resta al suo posto.
E la maggioranza? Se Simone Galli spiega “di non strapparsi i capelli per un riferimento normativo non aggiornato o per un utente di un hotel a 4 stelle a cui vengono chiesti 5 euro a notte (visto che se li può permettere)” il capogruppo del Pd Francesco Licata è costretto ad intervenire, dopo una stoccata dell’opposizione, per spiegare che “le tasse non piacciono a nessuno” invitando “a non caricare di significati provvedimenti che non li hanno”. Se la consigliera Rufini spiega che la “tassa aumentato il gettito per avere servizi migliori e d’avanguardia che potranno aumentare il numero di persone che arrivano a Saronno”, Mattia Cattaneo la butta in politica. In entrambi i suoi interventi parte dal fatto che la possibilità di introdurre la tassa di soggiorno sia stata voluta a livello nazionale e regionale dal centrodestra. Una lettura, quella data dal capogruppo di lista Airoldi, che non è piaciuta agli esponenti del Carroccio che prima hanno vivacemente protestato con il consigliere Pier Angela Vanzulli (ammonita due volte dal presidente Gilli) e poi hanno lasciato la sala.
Opposte le posizioni del consigliere Agostino De Marco (Fi) che ha votato a favore, apprezzando la norma “al di là della confusione nel testo” e del consigliere Guaglianone che ha stigmatizzato l’intervento del primo cittadino: “Il sindaco Airoldi ci viene a dire che da un’indagine la città di Saronno è quella che cresce di più nel post covid sul fronte delle presenze e cosa fa la sua Amministrazione? Tassa subito questa ripartenza e questa crescita. Non era meglio incontrare, per davvero, gli operatori e fare un piano di rilancio per sfruttare questa situazione?”.
Sulla stessa lunghezza d’onda gli interventi di Claudio Sala che parla di insensibilità e poca trasparenza dell’Amministrazione e Raffaele Fagioli che oltre all’assenza di un piano articolato per sviluppare la ricettività in città sottolinea come la delibera di introduzione della tassa sia un copia incolla di quella di Cernusco sul Naviglio “salvo che lì il regolamento era stato approvato prima della delibera in consiglio comunale”.
A Saronno il regolamento che definirà le tariffe dovrà essere stabilito dalla giunta (anche se in bilancio è già stato inserito un gettivo di circa 370 mila euro dalla tassa) e poi in un secondo momento portato in consiglio comunale. Così alle notazioni di alcuni consiglieri “sul maggior lavoro burocratico chiesto agli operatori non solo agli hotel ma anche a piccoli B&b” sono state rispedite al mittente dal presidente Pierluigi Gilli che ha garantito “che la giunta si occuperà anche di questo aspetto e che se gli adempimenti non saranno semplici il consiglio comunale potrà bocciare il futuro regolamento”.
Alla fine del lungo dibattito l’introduzione della tassa di soggiorno è stata approvata con i voti della maggioranza e Forza Italia con l’astensione di Marta Gilli e il voto contrario di Obiettivo Saronno e di Fratelli d’Italia. Assente perchè uscita dall’aula la delegazione della Lega.
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