25 aprile, dall’Assemblea antifascista riflessioni in attesa di scendere in piazza

SARONNO – In vista della manifestazione organizzata lunedì 25 aprile in piazza Libertà riassunta con lo slogan “Nè con la vostra pace nè con la vostra guerra” il gruppo Assemblea antifascista saronnese condividerà sua serie di riflessioni per spiegare la propria presenza in piazza.
Ecco la prima
La fase di recessione che stiamo vivendo è stata calmierata dal cosiddetto PNRR. Anche solo fermandoci al nome capiamo di cosa si tratta: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Trattasi, in soldoni, di 220 miliardi di euro (eurobond da restituire con gli interessi) con cui il governo Draghi, che passerà alla storia come il governo dell’intervento in guerra e delle manovre lacrime e sangue, ha predisposto un presunto piano di sviluppo e crescita. L’ambito sanitario è quello che riceve meno fondi, e questo di per sé dovrebbe già dirla lunga sulla propaganda di guerra con cui ci hanno martellato per due anni salvo poi non investire un centesimo né sulla cura né sulla prevenzione. Solo 15 miliardi, di cui 7 per il potenziamento del SSN da un punto di vista digitale. La nostra salute è merce di propaganda o merce di profitto, nulla di più. L’autoproclamata rivoluzione verde è invece la voce più cospicua con ben 60 miliardi. Quali gli effetti di questa tanto diffusa svolta green? Gran parte dei fondi riguardano il superbonus 110% (una mossa decisamente più legata al PIL che all’ambiente). Per quanto riguarda l’energia, anche le associazioni ambientaliste più moderate dichiarano che l’obiettivo di 4,2 GW in più da fonti rinnovabili presentato nel piano è largamente insufficiente anche rispetto ai non ambiziosi obiettivi europei. Sul trasporto locale, si coglie l’occasione per rinnovare parte del vetusto parco autobus con 3360 veicoli, circa un terzo del necessario secondo una stima fatta nel 2020 dai gestori del trasporto pubblico locale, e descritti genericamente come “a basse emissioni”. Sulle infrastrutture la parte del padrone la fanno le grandi opere per l’Alta Velocità con 13 miliardi, contro 1 miliardo per le linee regionali. Si tratta in buona parte di opere già programmate che per poter usare i fondi europei diventano improvvisamente parte della rivoluzione verde. E ancora: nella scuola la maggior parte dell’esigua fetta sarà indirizzata alla digitalizzazione, senza né lavori strutturali né maggiore assunzione di organico.Quella che viene dipinta dal PNRR come grande occasione di crescita è, nei fatti, un aggravamento delle condizioni in cui ci troviamo già attualmente. Con i rincari degli ultimi tempi la fetta di popolazione a rischio povertà è cresciuta in maniera significativa. Il governo ha calmierato momentaneamente il prezzo della benzina fino al prossimo 2 maggio, ma i rincari di luce e gas hanno già colpito le fasce meno abbienti. E intanto il presidente del consiglio rilascia dichiarazioni equiparabili alla freddura attribuita a Maria Antonietta: il popolo scelga se vuole la pace o il condizionatore. Sulle risorse energetiche, connesse a doppio filo con il tanto paventato benessere occidentale, si gioca la partita non solo del governo ma dell’intera Europa. In quest’ottica il quasi raddoppio delle spese belliche sono un monito forte e chiaro che non possiamo permetterci di non comprendere: la guerra genera PIL (le richieste statunitensi di allinearsi al 4% di PIL per la spesa bellica sono sempre più vicine ad avversarsi) e la guerra è lo scenario in cui il governo Draghi sta investendo. Rifiutare le politiche del governo sul fronte interno significa rifiutare anche le politiche sul fronte estero. Il PNRR è lo strumento con cui stanno ulteriormente accelerando il cambiamento in atto nella società, verso una maggior disparità sociale e un acuirsi della povertà. La questione sociale è trattata da Draghi con le camionette che procedono incessanti agli sfratti di occupanti e morosi per i quali nulla è stato pensato se non un futuro prossimo in strada, e con la continua criminalizzazione delle voci contrastanti.
(foto archivio)
18042022