I depistaggi, la verità, il perdono, la testimonianza: Fiammetta Borsellino fa riflettere Saronno sui temi della legalità

SARONNO – “Un paese che non fa luce sulle stragi è un paese che vive di menzogna e quindi non ha futuro. La verità non è qualcosa di delegato solo alle forze dell’ordine e alla magistratura, ma ognuno di noi deve perseguirla e chiederla quando questa è poco chiara”. Questo è uno dei passaggi più intensi dell’accorato intervento di Fiammetta Borsellino, figlia minore del magistrato Paolo Borsellino, ieri a Saronno nell’ambito dell’iniziativa organizzata con il liceo Legnani e l’Ipsia che la vedranno incontrare un migliaio di studenti saronnesi.
Ieri sera, per volontà delle scuole, si è tenuto un incontro aperto alla città. Un appello che i saronnesi hanno raccolto regalando a Fiammetta Borsellino una platea concentrata e partecipe.
La Borsellino inizia il suo intervento alzandosi in piedi, si distingue tra i relatori e dal pubblico con un gesto eloquente, al quale seguono parole che fanno percepire ai presenti il suo dinamismo, poichè se dissente rispetto alle narrazioni istituzionali lo dice schiettamente come emerge dai tratti che sceglie per descrivere il padre: un papà, un uomo e un magistrato responsabile, presente per gli altri e disposto ad aiutarli fino al punto di sacrificare sé stesso, innamorato della vita, spiritoso e umano.
Le sue parole di critica verso “il più grande depistaggio della storia” o “il più grande errore giudiziario della storia del paese” conosciuto come “strage di via d’Amelio” avvenuta nel 1992 durante la quale morirono Borsellino e cinque poliziotti – Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina – sono energiche e sentite e fanno appello alla coscienza di ciascun ascoltatore.
Alla conferenza partecipa il vicesindaco e assessore alla Cultura Laura Succi, unica esponente della maggioranza, che apre e conclude la serata rimarcando come sia importante il valore di questa testimonianza per i giovani, ma anche per l’intera città.
“Dai mafiosi il male ce lo si aspetta, ma il male non ce lo si aspetta da chi dovrebbe tutelare i diritti delle persone” continua l’ospite della serata che insiste sull’omertà di chi avrebbe potuto agire e disvelare pubblicamente alcuni elementi utili a capire la verità.
Fiammetta Borsellino spiega anche la sua scelta di essere testimone “i giovani devono essere educati al senso di responsabilità verso gli altri così da adoperarsi per contribuire al cambiamento del paese: i giovani sono la speranza per un futuro, per un ‘paese sano’ ”.
Stamattina, mercoledì 23 febbraio, ci sarà l’incontro finale del ciclo con 600 studenti delle classe quarte del liceo Legnani.
23022022
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