Il Crocifisso rifulge, la Ciocchina scompare e il Municipio s’allontana dalla piazza

SARONNO – E così è finito il weekend del Trasporto con la tradizione che torna protagonista della vita della città di Saronno e i saronnesi che tornano a viverla insieme in piazza. Un’edizione realizzata con grande attenzione per le norme anticovid (che hanno anche fatto cambiare il percorso del corteo) e segnata dal ritorno all’originale splendore del Crocifisso che, come ha ricordato il nuovo prevosto monsignor Claudio Galimberti, “rifulge per il restauro e la devozione dei fedeli”.
Resta invece avvolta in una nebbia di amarezza la Ciocchina. La scelta dell’Amministrazione comunale di sospendere la consegna delle civiche benemerenze per ragioni sanitarie legate alla pandemia non è stata capita ma soprattutto non è stata accettata dalla comunità saronnese.
E’ stata vissuta come una mancanza di rispetto e fiducia. Mancanza di rispetto per una città che per due anni ha rinunciato, con grande responsabilità, alla sua socialità per lottare contro la pandemia e che ora con la stessa resposabilità vuole tornare a riprendersi una delle sue colonne portanti. Mancanza di rispetto per chi in questi mesi ha organizzato con sforzi enormi eventi ed iniziative ottenendo grandi successi in sicurezza. Mancanza di rispetto per tutti i saronnesi che a colpi di prenotazioni, green pass, mascherine e presenze ridotte hanno dimostrato di saper vivere l’aggregazione in sicurezza.
Mancanza di rispetto per quella capacità organizzativa e di gestione che permette a Saronno di essere protagonista di grandi eventi anche internazionali che diventano sempre dei grandi successi.
Mancanza di rispetto per quella trasparenza e quella partecipazione che sono state le cifre della campagna elettorale dell’anno scorso e che ormai a Saronno non si vedono nemmeno (soprattutto a sentire i mugugni che arrivano dalla maggioranza) all’interno della coalizione che guida la città.
Ma quello che ha ferito di più, almeno ascoltando l’amarezza dei saronnesi in piazza e sui social (dove tutti in questi giorni si parlava di possibili cittadini benemeriti e di possibili location per la cerimonia) è la mancanza di fiducia e di vicinanza.
Si può sospendere per un anno la Ciocchina, si può spostare la location e si può anche spostare la data. Si può dire ai saronnesi che per motivi organizzativi, di opportunità, di tempo, di salute pubblica o anche economici devono rinunciare ad un momento che segna la comunità che la fa emozionare e discutere insomma vivere. Ma il punto di partenza deve essere la condivisione accompagnata da una chiara comunicazione. Una delibera, a poco più di 24 ore dalla cerimonia, con una dozzina di parole di circostanza del sindaco è un boccone troppo amaro da mandare giù senza conseguenze.
Questa scelta di blandire i saronnesi invece di coinvolgerli sta segnando un solco tra il palazzo comunale e la comunità saronnese. E chissà se gli annunciati, ma non ancora programmati, incontri nei quartieri, saranno sufficienti per ricucire lo strappo.
Sara Giudici
(foto copertina: la sala vanelli vuota)