Airoldi: “Regione, siamo pronti ad ospitare le case della comunità e un ospedale di comunità”

SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota del sindaco Augusto Airoldi in merito alla situazione sanità in città.
Dall’8 marzo 2020 Saronno, come tutta la Lombardia e tutto il mondo, si sta rendendo conto di quanto sia decisiva una sanità di prossimità che integri gli ospedali con una medicina di base diffusa e organizzata sul territorio. Laddove questa integrazione sia mancata, in Lombardia e in altre regioni, la pandemia ha colpito duro.
Proprio per questo da più di un anno la nostra squadra, prima ancora di essere stata scelta dai saronnesi per governare, ha avviato una battaglia per la difesa dell’ospedale di Saronno dal rischio di uno svuotamento progressivo.
Dopo l’avvio del nostro mandato amministrativo abbiamo costruito una alleanza tra amministratori di 19 Comuni che gravitano intorno al nostro ospedale e a febbraio di quest’anno abbiamo inviato una lettera al nuovo assessore al Welfare e alla Sanità, Letizia Moratti. Da allora, ben 4 mesi fa, eravamo rimasti in attesa di una risposta. Nel frattempo, a dimostrazione della nostra buona volontà e dello spirito collaborativo, a Saronno, non siamo rimasti fermi e, per la tutela della salute dei saronnesi e dei cittadini del nostro territorio, abbiamo avviato e stiamo gestendo da aprile l’hub vaccinale città di Saronno in alleanza proprio con la medicina di base e con tanti infermieri che operano nel nostro ospedale.
In questi giorni però è avvenuto un primo piccolo miracolo. Venerdì 25 giugno io e il sindaco di Rovello Porro Paolo Pavan abbiamo incontrato Giovanni Pavesi, direttore generale Welfare di Regione Lombardia, insieme ad Alessandro Fermi, presidente del Consiglio regionale lombardo.
Pavesi ha ascoltato le preoccupazioni che abbiamo espresso e in particolare si è informato con domande relative alla situazione del reparto di Anestesia e Rianimazione, sulla attuale mancanza di un punto nascite (venuto meno prima che iniziasse il nostro mandato amministrativo), in quello che ha definito un indispensabile presidio ospedaliero in un territorio importante quale quello saronnese. Con determinazione abbiamo chiesto un progetto di rilancio del nostro ospedale. Al termine dell’incontro Pavesi, come rappresentante della Regione, ha dichiarato che non esiste alcuna intenzione da parte della sanità di Regione Lombardia di chiudere il presidio ospedaliero di Saronno e neppure di “declassarlo” rispetto all’attuale posizionamento che lo vede “Ospedale di primo livello”.
Il dg welfare si è quindi impegnato ad assumere ulteriori e più dettagliate informazioni dal dg dell’Asst Valle Olona, piuttosto che dal dg di Ats Insubria e di convocare, in tempi brevi, tutti i 19 Sindaci firmatari della lettera all’assessore Moratti che sta all’origine di questo incontro.
Insieme al collega Pavan abbiamo informato gli altri sindaci firmatari della lettera alla Moratti dei risultati di questo incontro. E terremo sotto controllo la situazione per garantire ai cittadini anche l’impegno preso da Pavesi venga mantenuto già prima dell’interruzione per le ferie estive.
È il primo risultato di una azione diplomatica che abbiamo voluto portare avanti con una squadra di amministratori e non in solitaria, perché ci è sembrato che solo così si rispettasse l’interesse sia dei saronnesi che dei 200.000 lombardi appresentati dai 19 sindaci che hanno nel nostro ospedale un riferimento imprescindibile. È solo il primo spiraglio di luce, perché la partita è ancora tutta da vincere.
Ma non ci fermiamo qui. Saronno è pronta a sedersi al tavolo con Regione Lombardia per ospitare tanto le “Case della Comunità” quanto un “Ospedale di Comunità”, le nuove strutture di medicina territoriale finanziate con i 7 miliardi di euro messi a disposizione dal Recovery Fund.