Varianti Pgt, D’Elia: “Approvate per paura. Valori ambientali traditi in meno di 3 mesi”

SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Giuseppe D’Elia, candidato nella lista Con Saronno, in merito all’ultima seduta del consiglio comunale dal titolo “Saronno è una città governata da mattoni e cemento?”
Durante il Consiglio di ieri sera, la maggioranza di centro-sinistra ha votato a favore dei piani attuativi in deroga al Pgt, tanto criticati durante la campagna elettorale perché adottati dalla precedente consiliatura a trazione leghista.
Eppure, durante la campagna elettorale, la coalizione del Sindaco Augusto Airoldi si presentava agli elettori con ben altre intenzioni, proponendo tra i capisaldi del suo programma: «L’azzeramento del consumo di suolo risulta essere un obiettivo imprescindibile di ogni piano e in particolare per quello di Saronno, città che nel passato è stata oggetto di un consumo eccessivo a discapito di una adeguata presenza di aree verdi e drenanti».
Non posso credere che, a meno di tre mesi dalle elezioni, il programma elettorale del Sindaco Airoldi sia già lettera morta su un aspetto così importante.
Ma quanto accaduto non può passare inosservato, come se nulla fosse, anche per il modo in cui l’attuale maggioranza ha voluto gestire la questione. Il consigliere Mauro Rotondi, mandato in avanscoperta su come meglio indorare la pillola ai saronnesi, ha evocato metafore e fantasmi: una «polpetta avvelenata» e il timore di un possibile ricorso giudiziale contro l’eventuale delibera di rigetto. Dunque, secondo l’attuale maggioranza, i tanto odiati (durante la campagna elettorale) progetti in variante adottati dalla precedente amministrazione lascerebbero «segni profondi su inquinamento, viabilità e suolo» (sono ancora le parole di Mauro Rotondi), ma devono essere comunque approvati, non perché rispettano il territorio e l’ambiente, ma solo perché la paura fa novanta.
A me sembra un clamoroso autogol, anche a voler dar credito per un momento al fantasma del ricorso, perché affermare di voler abdicare alla primaria funzione dell’Ente comunale di difesa degli interessi della comunità è la peggiore delle sconfitte. In disparte l’abilità divinatoria dei consiglieri di maggioranza nel predire l’esito di un ricorso che non solo non è stato scritto, ma nemmeno pensato, la mossa di dichiarare pubblicamente che questa amministrazione teme i ricorsi non può certo dirsi geniale: non ci vuole uno stratega per capire che, dopo questa boutade, i palazzinari si metteranno in fila e l’amministrazione comunale sarà più debole nel difendere il territorio e nel negoziare soluzioni più equilibrate per la comunità.
E non sono bastate nemmeno le precise osservazioni della consigliera Marta Gilli (Con Saronno), che, esponendo con nitidezza le criticità, in particolare, del Programma Integrato di Intervento in Variante al Pgt dell’area Via San Francesco/Via Sabotino, aveva – non senza difficoltà anche all’interno della sua Lista – offerto all’attuale maggioranza gli strumenti politici e giuridici di un motivato rigetto. Marta Gilli, studiando gli atti, aveva fatto notare a tutti come il risultato finale di questo progetto è, in breve, l’ennesima sottrazione di area verde alla comunità senza una adeguata compensazione, nemmeno in termini qualitativi: dunque, una operazione a saldo negativo per l’ambiente e il territorio che tradisce la funzione propria del Programma Integrato di Intervento di riqualificare il tessuto urbanistico, edilizio e ambientale del territorio.
Il secondo tempo della commovente pantomima si è consumato in seno al Consiglio: tutti i consiglieri intervenuti dell’attuale maggioranza si sono dichiarati contrari, ma poi, stracciandosi le vesti, hanno votato a favore insieme a Lega Lombarda e Forza Italia (dunque, il solo voto contrario è stato quello della solitaria Marta Gilli). Ma, l’imbarazzo generale ha raggiunto l’acme quando il consigliere Francesco Licata, capogruppo Pd, che ad aprile era tra i più severi oppositori di questo progetto e aveva con fierezza votato contro, ha espresso voto favorevole, mentre nulla è sostanzialmente cambiato nel frattempo, se non il sindaco, la maggioranza e, conseguentemente, il suo voto.
In conclusione, credo che da questa vicenda ne escano impoveriti i valori dell’ambiente e del territorio, defraudati sull’altare dell’incoerenza e della strumentalizzazione a fini elettorali.