“Qualcuno spieghi al sindaco di Saronno che gli assorbenti sono un bene di prima necessità”

SARONNO “Qualcuno spieghi al sindaco di Saronno che gli assorbenti sono un bene di prima necessità”. E’ l’invito contenuto nell’articolo di Irene Scavello pubblicato sul sito www.possibile.com e rilanciato anche sui social network.
Nel testo si riassume la querelle degli assorbenti assenti dai pacchi organizzati dall’Amministrazione comunale (su cui era intervenuta anche Veronica Tosetti, giornalista esperta in tematiche di genere e diritti femminili proprio su ilSaronno) nell’ambito degli aiuti governativi per affrontare l’emergenza Coronavirus.
“Il comune di Saronno, in provincia di Varese – scrive Irene Scavello – ha deciso di gestire gli aiuti alimentari straordinari assegnati dal Governo per fare fronte all’emergenza Covid-19 attraverso la consegna di pacchi contenenti beni di prima necessità. Secondo la delibera della giunta comunale, tra i beni di prima necessità consegnati sono presenti le lamette da barba maschili, inserite quindi in tutti i pacchi, mentre è esclusa la possibilità di fornire alle donne i prodotti igienici necessari per affrontare il ciclo mestruale (assorbenti, tamponi, coppette mestruali). Gianangelo Tosi, assessore gli Affari Generali e Servizi Sociali, ha risposto alle critiche di un’ex consigliera comunale, Sara Battistini, con una nota in cui illustra i criteri utilizzati dall’amministrazione per la scelta dei beni da inserire nei pacchi solidali: “Ai generi alimentari di prima necessità – si legge nella nota – sono state poi aggiunte pochissime altre risorse, traendole sempre dalla lista di quelle che per legge sono considerati beni di prima necessità, tanto da essere assoggettati all’IVA agevolata. Gli assorbenti femminili ad oggi non compaiono fra questi, come la stessa signora rileva”
L’autrice va oltre confutando la posizione di Tosi: “La spiegazione fornita dall’assessore non solo si basa su dati errati, ma evidenzia anche una chiara mancanza di onestà intellettuale. L’Iva sui prodotti per la rasatura maschile è del 22%, come quella su tutti gli altri beni ordinari, compresi i prodotti igienico-sanitari femminili. Inoltre nell’ordinanza della protezione civile relativa alle risorse da destinare a misure urgenti di solidarietà alimentare, non viene in alcun modo menzionata l’IVA di un prodotto come discriminante per stabilire se un bene sia essenziale o meno. Questo criterio è stato scelto e applicato dall’amministrazione di Saronno”
Dure le sue considerazioni: “Decisioni come quelle dell’amministrazione di Saronno ribadiscono quanto sia giusto continuare a portare avanti la battaglia contro la Tampon Tax, una questione economica, politica e culturale. Continuare a tassare i prodotti igienico-sanitari femminili come qualsiasi bene ordinario rende molto più difficile la loro reperibilità economica. Non tutte le donne hanno facile accesso agli articoli igienici e farmaceutici necessari per far fronte al ciclo mestruale. La mancanza di mezzi economici per poter garantire un’igiene adeguata durante il ciclo mestruale porta al fenomeno del Period Poverty, una vera e propria condizione di povertà, le cui conseguenze economiche e sociali per le donne e le bambine di tutto il mondo sono palpabili. Secondo l’UNICEF la carenza di informazioni comuni riguardo il ciclo mestruale porta ad atteggiamenti pregiudizievoli e discriminatori nei confronti delle donne in tutto il mondo. Inoltre favorire l’accesso a prodotti sanitari di qualità e a basso costo rientra nelle proposte che formano il quinto Obiettivo di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: la parità di genere”
Per leggere l’articolo completo: https://www.possibile.com/beni-di-prima-necessita-lincredibile-problema-dellamministrazione-di-saronno-con-la-tampon-tax/