Augusto Airoldi racconta “i due vegliardi che contribuiscono al bene comune”

SARONNO – “Hanno parlato quasi in contemporanea, il Presidente Mattarella, capo dello stato italiano e Papa Francesco, capo dello stato vaticano e vescovo di Roma. Un Presidente che loda e incoraggia gli italiani nel momento più buio della storia recente. Ma indirizza il passaggio più duro del suo intervento a quella parte di Europa che rischia di smarrirsi e di smarrire, ancorata a “vecchi schemi ormai fuori dalla realtà delle drammatiche condizioni in cui si trova il nostro Continente”.
Inizia così l’intervento condiviso su Facebook dall’ex presidente del consiglio comunale e candidato sindaco Augusto Airoldi.
Un Pontefice che commenta un brano di Vangelo, in totale solitudine. In una piazza san Pietro surreale. Deserta e livida di pioggia. Che avanza claudicante, quasi schiacciato da un peso invisibile. E nell’omelia osserva che “con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli”. Perché “nessuno si salva da solo”.
Uniti ben oltre il ruolo che li separa, Mattarella e Francesco. Accomunati dalla capacità di leggere il tempo presente. Di coglierne i tratti drammatici. Di farsi interpreti del sentire profondo delle persone. Delle loro paure. Delle loro speranze. Dalla capacità di parlare ben oltre il proprio popolo. E di farsi ascoltare.
Quasi un dialogo a distanza, quello tra il Presidente e il vescovo di Roma. Senza che nessuno invada la sfera dell’altro. Senza che nessuno cerchi legittimazione dall’altro: ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
Stanno su sponde diverse del Tevere questi due straordinari vegliardi. E non hanno bisogno di attraversarle per contribuire al medesimo bene comune. Come è giusto che sia, tra politica e religione. Un esempio da non sprecare.