Saronno, presidio in piazza in solidarietà con il Rojava

SARONNO – Un presidio in solidarietà con il Rojava è stato organizzato questa sera in piazza San Francesco dall’Assemblea antifascista saronnese con la partecipazione di diverse realtà cittadine.
Sono stati posizionati diversi cartelli con slogan come “stop alla vendita di arma alla Turchia” e “con la rivoluzione e la resistenza curda. Difendiamo il Rojava” e sono state fornite informazioni sul conflitto e la situazione ai tanti pendolari che si sono fermati a parlare con i manifestanti. Presenti anche uomini della Questura, carabinieri e agenti di polizia locale. Una trentina i partecipanti al presidio iniziato alle 18 e proseguito anche con un volantinaggio.
Ecco il testo che accompagna il presidio
Il 9 ottobre, ancora una volta, il governo turco ha dato inizio ad una operazione militare invadendo il territorio siriano attaccando la Confederazione Democratica della Siria del Nord. Non è la prima volta che un membro della Nato, di cui l’Italia fa parte, attacca un Paese in maniera unilaterale: basti ricordare la Libia nel 2011.
L’ Italia non solo è membro Nato, ma commercia armi con il regime di Erdogan per un valore di 362,2 milioni di euro per il solo 2018. Se a questo aggiungiamo i 6 miliardi di euro che l’europa versa alla Turchia per l’esternalizzazione della gestione dei flussi migratori, abbiamo un quadro più chiaro di quanto la guerra in Rojava ci riguardi direttamente.
Città, come Kobane, simbolo della lotta contro il fondamentalismo dello Stato Islamico, sono in queste ore obiettivo di un’ingiustificata aggressione militare da parte dell’esercito turco e diverse bande di jihadisti da esso sostenute ed armate.
La situazione è sempre più critica: morti e profughi non sono i soli risultati dell’offensiva turca. Infatti a beneficiare di tale operazione sono sopratutto i vari gruppi jihadisti (Al Qaeda e ciò che resta dell’Isis) liberi di compiere i crimini più atroci
In 5 anni di guerra oltre 13000 donne e uomini dell ypg/ypj e sdf, hanno dato la vita per sconfiggere il Califfato e costruire una società basata sull’emancipazione delle donne e la tutela di tutte le minoranze etniche e religiose.
Per anni, dopo la liberazione, kurdi, arabi, yazidi, assiri, siriaci hanno convissuto pacificamente. L’autonomia del Rojava è l’utopia di un mondo possibile, dove l’interculturalità, una differente e virtuosa relazione tra generi e il rispetto della madre terra vengono costruiti giorno dopo giorno.
La rivoluzione è un fiore che non muore!
BiJi Rojava!!
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