Uboldo, saluti e ringraziamenti del sindaco uscente Guzzetti
UBOLDO – E’ arrivato ieri sera su Facebook il lungo post di saluto e di ringraziamento del sindaco Lorenzo Guzzetti che finisce il suo secondo mandato.
Ecco il testo integrale
“Chi questa sera è seduto qui non lo deve a un capriccio o a un calcolo. Tutti voi siete stati scelti dai nostri cittadini e a loro, e solo a loro, dovremo rispondere del nostro impegno. Stare seduti qui non è frutto di giochi di potere, perchè il potere rende l’uomo schiavo di chi, anche in maniera fortuita o casuale, esprime il momento culminante, ma passeggero ed effimero, del flusso storico. E per togliere ogni dubbio su questa affermazione comprendo anche me stesso che rinnovo qui davanti a voi il mio proposito già espresso all’inizio della campagna elettorale: questo sarà il mio ultimo mandato da sindaco e nel 2019 io non mi candiderò proprio perchè siamo strumenti nelle mani della Provvidenza e dobbiamo semplicemente obbedire al compito che ci viene chiesto di svolgere.”
Usavo queste parole la sera del 3 giugno 2014 quando, per la terza volta, giuravo come Sindaco di Uboldo. Ed ecco, siamo arrivati all’epilogo di questa lunga, lunghissima esperienza.
Scusate se vi annoierò ma questa sera intendo ringraziare tutti i miei compagni di viaggio.
Ringrazio pertanto Matteo Pizzi, candidato a succedermi in questo ruolo, Marco Mazzuccato, Enrico Chieregato, Angelo Leva, Paola Rosa Ceriani, Massimiliano Biazzi, Paolo Cicchinè, Mauro De Stefanis, Alessandro Saderi, Appiani Sara, Loredana Formaggio, Giuseppe Marco Gioia, Marco Corsini, Fabio Cattaneo, Giulio Orlandi, Luca Azzarà, Sonia Petracca, Agostino Fiore, Miriam Bettoni che sono stati miei consiglieri comunali ed assessori.
Ringrazio Ulderico Renoldi, il più tosto dei miei avversari, col quale siamo stati avversari leali ma mai nemici, così come ringrazio Alessandro Conti, Matteo Legnani, Laura Monticelli, Marco Vaghi, Giovanni Maria Tavecchia, Claudio Pirotta, Ezio Medas, Luigi Enzo Clerici, Pietro Proverbio, Paride Cartabia, Luca Saibene, Desirè Pagani, Alessandro Colombo, Enrico Testi che hanno rappresentato le minoranze in questi tre mandati.
Non ho dimenticato una persona, non preoccupatevi, me la ricordo bene.
Ringrazio di cuore Ercole Galli, mio caro amico fraterno: se questa storia un giorno Teresa e molti bambini la potranno ascoltare o la potranno vedere nella palestra, nei parchi, nella scuola, nelle opere è perché suo nonno, insieme a un suo amico, ha dato vita a tutto quello che è stato mettendoci desiderio, anima, mani, talento, fatica, sudore, incazzature, litigate, amicizia e tanto, tantissimo cuore. Se Lorenzo e tanti amici insieme a noi hanno potuto esprimere i loro talenti lo dobbiamo particolarmente a te che quella sera hai creduto in tutto questo. E ora, io e te, stiamo dimostrando che davvero “la poltrona non è la nostra politica”: cercateci pure, non ci troverete nelle liste elettorali del prossimo 26 maggio perché davvero per noi questo impegno è stato servire il nostro popolo in mezzo alla gente, non stare su una poltrona.
Ringrazio Giuseppe Lipiani e Giovanni Codrupi, i due segretari comunali che mi hanno accompagnato in questa avventura all’inizio e alla fine, ma vi assicuro che se sono cresciuto come sindaco, uomo di Stato e persona lo devo particolarmente a Francesco Paolo Alamia che mi ha accompagnato in questi anni di lavoro e impegno, e a lui devo davvero tanto per quello che mi ha insegnato.
Ringrazio tutti i dipendenti comunali, dal primo all’ultimo, che lealmente hanno prestato servizio in questi anni. Un pensiero di amicizia particolare lo voglio rivolgere a Pietro Cucumile, Dario Iraga, Claudio Zerbi e Alfredo Pontiggia con i quali è nato un’intesa che ha generato tanti risultati e soddisfazioni anche grazie all’amicizia nata dentro al rapporto lavorativo. A tutti i dipendenti va davvero la mia enorme gratitudine perché sono loro che tutti i santi giorni, nell’impegno quotidiano, rendono possibile il miracolo di “aprire” e “chiudere” il paese nelle scuole, nei servizi, nell’ordine, nella pulizia e in molte altre piccole cose che spesso diamo erroneamente per scontato.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno rappresentato nei vari enti legati al nostro Comune tra i quali non posso dimenticare Andrea Ciccioni, Alessandro Testi, Sara Appiani, Enrico Brignani, Francesco Leoni e tutti coloro che hanno collaborato a fare in modo che il nostro Comune potesse essere sempre rappresentato nel miglior modo possibile.
Ringrazio la mia famiglia, i miei nipotini e i miei amici più stretti così come ringrazio chi mi ha accompagnato nella vita.
Ringrazio, infine ma non certamente ultimi, tutti i cittadini uboldesi che mi hanno consentito di essere il loro sindaco per questi anni, quelli che mi hanno votato e quelli che non mi hanno votato, quelli che mi hanno sostenuto e quelli che mi hanno criticato.
Ho svolto questo servizio con tutto il cuore e l’impegno che potevo per renderli orgogliosi di essere cittadini uboldesi.
Lascio a chi viene dopo di me l’onore e il privilegio di giurare in questa Aula Consiliare dedicata al Tito Zaffaroni, primo sindaco di Uboldo, arricchita da quel dipinto che mi auguro ispirerà sempre chi dal 27 maggio prossimo siederà tra questi banchi sia in maggioranza che in minoranza.
La differenza tra il “Buono e il Cattivo Governo”, tra un sovrano e un tiranno sta tutta lì: saper legare nella concordia i cittadini o spezzare la pialla dell’amicizia, essere guidati dalle virtù cardinali alle quali si aggiunge la magnanimità e la pace e non dai vizi capitali, dalla vanagloria, dall’ira, dallo strabismo che porta a non essere in grado di vedere qual è il fine ultimo per il quale siamo qui ovvero il bene comune.
Lascio dentro queste mura tanto amore per il mio paese e i miei cittadini.
“Siamo tutti strumenti imperfetti della Provvidenza, la quale si serve di noi per realizzare grandi progetti. Tale convinzione ci obbliga ad un’estrema modestia, ma ci infonde anche la dose di fiducia necessaria per portare a termine il compito affidatoci.”
Con queste parole di Robert Schuman avevo iniziato il mio mandato.
Con queste parole lo finisco.
Alla Provvidenza restituisco la mia bella Uboldo, i miei cittadini e anche la mia vita.
La convinzione è che abbiamo portato a termine il compito affidatoci da Lei”
30042019