Tosi: “Proporrò di ricordare Ramelli con un’intitolazione a Saronno”

SARONNO – “Sono reduce dalla manifestazione in memoria di Sergio Ramelli, dove, confesso, non ho resistito fino alla fine delle estenuanti trattative condotte dai nostri tre parlamentari Carlo Fidanza, Paola Frassinetti e Marco Osnato: dopo oltre tre ore, a causa di un forte mal di schiena ho abbandonato il campo, convinto che il Questore non ci avrebbe consentito di arrivare al luogo del massacro”.
Inizia così la nota di Gianangelo Tosi assessore ai Servizi Sociali ed esponente di Fratelli d’Italia.
“In ogni caso voglio ringraziare le oltre mille persone che hanno condiviso il momento di raccoglimento e lo spirito di appartenenza come ogni anno, voglio ringraziare il consigliere Indelicato che ho incontrato là come ogni anno e anche se non più militante nel mio partito ed anzi sostiene che esso a Saronno non esiste più, è pur sempre sinceramente militante della nostra comunità umana, voglio ringraziare Casa Pound, Lealtà Azione e Forza Nuova che hanno organizzato una composta manifestazione mantenendo l’assoluta calma anche nel momento in cui ci siamo trovati la strada sbarrata da un triplo cordone di polizia, certamente più adatto alle manifestazioni devastatrici dei centri sociali e dei loro sodali, voglio ringraziare i miei parlamentari che si sono messi alla testa del corteo conferendogli una valenza istituzionale che alla fine ha prevalso sull’ottusa ed ingiustificabile decisione di vietarli e voglio ringraziare Gianrico Carofiglio, non perché fosse presente ma perché quando ho avuto la ventura di conoscerlo in occasione della sua visita a Saronno, saputo che sono di Fratelli d’Italia anziché della Lega e che la mia militanza risale ai tempi del liceo negli anni ‘70 mi ha detto “terribili quegli anni, in cui voi avete avuto la tragedia di Sergio Ramelli”. Ecco: un avversario politico intellettualmente onesto. Ce ne sono, vivaddio! A differenza dell’inqualificabile sindaco Sala che ha espresso plauso alla decisione di vietare la manifestazione, a differenza dell’anacronistica e faziosa Anpi, che scrivo volutamente minuscolo benché sia un acronimo, a differenza dei centri sociali che hanno insieme ad essa organizzato contromanifestazioni antifasciste in spregio della memoria di un ragazzo trucidato a 18 anni da militanti di avanguardia operaia che di operaio nulla avevano, essendo tutti borghesissimi studenti di medicina rimasti sostanzialmente impuniti. Sergio era ed è uno di noi, un simbolo per chi come me, più o meno coetaneo, in quegli anni bui eppure tanto intensi e vivi, quotidianamente rischiava di essere vittima di aggressioni e pestaggi. Per questo e per la recrudescenza dell’intolleranza da parte di una sinistra violenta ed antidemocratica chiederò al mio Sindaco di intitolare a Sergio Ramelli una qualsiasi parte della città l’anno prossimo, a chiusura del nostro mandato, in occasione del quarantacinquesimo anniversario del suo assassinio. Sergio: presente!
(foto archivio)
30042019