Attac affonda: “In arrivo un nuovo palazzo di 5 piani in centro e la vendita della Sessa”
Inizia così la nota inviata ieri sera da Attac Saronno in merito agli ultimi provvedimenti presi dall’Amministrazione comunale. Una presa di posizione decisamente forte riassunta nel titolo “Privatizzare gli alloggi sociali e autorizzare altro cemento privato in centro, ecco la vera politica della casa dell’Amministrazione comunale”.
Gli attivisti entrano subito nello specifico: “Tra Natale e l’Epifania due importanti deliberazioni, una del consiglio comunale e una della Giunta, ci svelano la vera politica abitativa dell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Fagioli. La prima riguarda la società Sessa, da decenni presente sul territorio cittadino, partecipata dal Comune al 62%, titolare di quasi 40 alloggi, molti dei quali affittati a canone calmierato a persone e famiglie in difficoltà sul cosiddetto “libero mercato degli affitti”. Bene, la maggioranza vota a favore della cessione sul mercato di quel 62% di azioni, liberandosi completamente della società, che peraltro risulta con il bilancio in attivo “Ce lo impone la legge nazionale”, dice il Sindaco. Ma non è del tutto vero”.
Ed entrano nello specifico: “Da una parte l’organo di revisione dei conti regionale nulla dice in merito al mantenimento delle quote societarie da parte del comune e, dall’altra, questa cessione ha le sue fondamenta su un decreto governativo conseguenza della legge delega di riforma della pubblica amministrazione (legge Madia), recentemente giudicata illegittima dalla Corte Costituzionale. Insomma, si privatizza quel poco di edilizia sociale ancora rimasta in mano comunale, rinunciando a una società in attivo e non ad un “carrozzone pubblico”, come direbbe Renzi!”.
E proseguono: “La seconda delibera, di sindaco e assessori, riguarda la concessione edilizia per un nuovo palazzo di 5 piani a forma ellittica in via Pusterla, al posto di capannoni in disuso, con fortissimo aumento delle volumetrie odierne, per la realizzazione di alloggi privati al momento senza alcuna finalità sociale dichiarata”.
La lettura politica come detto è durissima: “Sappiamo che la partecipazione (e quindi la trasparenza) non è esattamente il fiore all’occhiello di questa amministrazione, che non si sogna lontanamente di coinvolgere i cittadini nelle proprie decisioni. Ma è dai tempi dei non rimpianti “democristiani del mattone” che non si vedevano delibere votate sotto Natale, accesso ai documenti nel periodo delle vacanze e quindi tempi per osservazioni strettissimi”. E concludono con un consiglio: “Un consiglio al sindaco e ai suoi alleati: modificate lo slogan elettorale “prima i saronnesi”. Perché la vera frase è: “prima i soliti noti saronnesi”. Cioè, per dirla in lingua originale: “quei che g’han i danée”.
18012017