“La Lega di Saronno diffama i profughi”: ricorso in tribunale

SARONNO – L’associazione degli studi giuridici sull’immigrazione e Naga, associazione volontaria di assistenza socio sanitaria e per i diritti di cittadini stranieri stranieri, rom e sinti hanno presentato al tribunale civile di Milano un’azione civile contro la discriminazione (in base al testo unico sull’immigrazione) sulle dichiarazioni comparse su manifesti e a mezzo stampa, con cui la Lega Nord di Saronno ha attribuito la qualifica di clandestini ai richiedenti asilo che avrebbero dovuto arrivare in primavera nella sede staccata del liceo scientifico Gb Grassi di via Buozzi.
A presentare l’azione legale, questa sera in una conferenza stampa alla Casa del partigiano che ha visto la partecipazione come pubblico di diverse realtà cittadine che si sono impegnate per sostenere l’accoglienza e anche del prevosto monsignor Armando Cattaneo, l’avvocato Alberto Guariso.
In sostanza si fa riferimento ai manifesti, e ad alcune dichiarazioni rilasciate ai giornali, in cui il Carroccio saronnese sosteneva “Saronno non vuole clandestini. Renzi e Alfano vogliono mandare a Saronno 32 clandestini, vitto, alloggio e vizi pagati da noi nel frattempo ai saronnesi tagliano le pensioni ed aumentano le tasse”
“Per la particolarità di questa vicenda e per la passione con cui è stata seguita – ha esordito il legale – abbiamo derogato alla regola che non si parla della causa prima della sentenza. In questo caso vale la pena di parlane prima per spiegare il significato di questo ricorso“.
E spiega: “La tesi giuridica è che ci siano dei limiti anche nel dibattito politico nel quale non è consentito qualsiasi tipo di espressione”. In sostanza si ritiene che ci sia una discriminazione “anche sotto la fattispecie delle molestie” nell’attribuzione della qualifica di “clandestini” ai richiedenti asilo che la Prefettura aveva destinato alla struttura di accoglienza di Saronno. La molestia in questo caso si configgerebbe “violando la dignità di una persona e creando un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante od offensivo”.
Guariso entra nello specifico: “La qualifica di clandestino contraddistingue un comportamento delittuoso nel nostro Paese e quindi attribuirlo ad una persona significa attribuire un comportamento costituente reato”.
“Si configura – si legge nel ricorso – così inevitabilmente il reato di diffazione, posto che l’attribuzione di un comportamento così qualificato configura senza dubbio la lesione della qualità morale e dunque della reputazione dell’individuo”.
“Non andiamo lì a litigare – chiarisce l’avvocato – ma a metterci d’accordo su come sia giusto affrontare il delicato tema dell’immigrazione. Nessuno vuole ledere il diritto di espressione semplicemente che questo venga esercitato in specifici canali. Sei contro politiche dell’immigrazione? Dillo liberamente ma non puoi dire che 32 persone che sono qui ad esercitare il diritto di chiedere asilo (diritto sancito dallo Stato) abbiano commesso un reato.
Questo tipo di azione legale è stata intrapresa in passato contro all’eurodeputato del Carroccio Gianluca Buonanno (recentemente scomparso) che, nel corso di un dibattito televisivo, ha definito i rom“feccia della società” e contro l’ex assessore leghista Cristiano Borghi che sul giornalino comunale di Gerenzano aveva invitato a non affittare le case agli stranieri.
La prima udienza si terrà al tribunale di Milano il 30 novembre “se la nostra tesi dovesse essere accettata – conclude Guariso – sarebbe la prima volta che si sancisce il termine clandestino come offensivo”.
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17112016