Sel: “Teatro, una occasione persa. Umiliata la democrazia partecipata”

SARONNO – “Teatro: una occasione persa”: la pensa così, alla luce del consiglio comunale aperto di sabato scorso, la sezione cittadina di Sel-Sinistra italiana.
Convocare un consiglio “comunale aperto” sul futuro del teatro Giuditta Pasta e poi leggere, per circa un’ora, il protocollo d’intesa tra Comune e Fondazione, per intero, che senso ha? Riproporre per un’altra ora tutto il carteggio avvenuto tra il consiglio di amministrazione della fondazione dimissionario e il sindaco, per un’altra ora, che senso ha? Richiedere un consiglio Comunale aperto, da parte del Pd e di Tu@Saronno, e poi non intervenire per nulla nel merito delle questioni cruciali per il futuro del teatro che senso ha? Insomma la Giunta ha sommerso il numeroso pubblico presente per circa due ore di dati, dettagli molto tecnici sul passato, narcotizzando i più e irritando una parte che ha abbandonato l’aula.
Un’ umiliazione per la democrazia partecipata ed una occasione perduta. Soprattutto una modalità per nascondere le incertezze e le reticenze di questa amministrazione che naviga in evidenti contraddizioni. Quel che si è capito è che il sindaco a parole sostiene di non voler chiudere il teatro Giuditta Pasta, né di voler rinunciare alla qualità dell’offerta culturale finora espressa ma non sa come fare. Anzi le poche indicazioni emerse vanno proprio in altra direzione. La riduzione in bilancio preventivo del contributo da 260 mila euro a 210 mila mette già in crisi la gestione futura del teatro, in quanto non coprirebbe nemmeno i costi fissi di gestione. Lo stesso l’idea espressa più volte dal sindaco.. “il teatro deve stare in piedi con le sue gambe solo staccando biglietti” porterebbe il teatro ad una progressiva chiusura. Nessuna struttura teatrale di questo tipo e di questa rilevanza può infatti vivere semplicemente con gli introiti della stagione teatrale stessa.
L’Amministrazione continua ad eludere il problema di fondo: quale strategia gestionale e quale sviluppo dell’attività del teatro. Perché un dato è certo: solo l’ampliamento delle attività e dell’utilizzo del teatro stesso possono ridurne l’incidenza dei costi fissi di gestione. Se è vero che il sovvenzionamento di 260 mila euro è alto da sopportare per un comune di 39 mila abitanti non lo è per il comprensorio di almeno cinque comuni (circa 110 mila abitanti) che realmente usufruiscono dell’offerta del teatro Pasta, soprattutto di quella rivolta ai giovani e alle scuole. Allora la questione centrale è togliere il Comune di Saronno dalla scomoda posizione di socio unico della Fondazione, coinvolgendo gli altri enti locali e i privati. Di questo avremmo voluto parlare nel consiglio comunale aperto e questo chiediamo a questa amministrazione, se realmente non si vuole chiudere il teatro o ridurlo a un teatro da “strapaese”.
Chiediamo di usare il teatro, insieme alle scuole, al commercio e ai servizi, come uno degli strumenti per ridare centralità a Saronno nel suo più ampio comprensorio, di renderla una cittadina aperta e vitale, nell’interesse di tutti i saronnesi. La cultura non è un orpello marginale nella costruzione di una società sicura e democratica.
23052016