Gilli: “La tolleranza ha prodotto le stragi. Piangere i morti a Parigi non basta”

SARONNO – Continuano le riflessioni, le prese di posizione e i commenti dei saronnesi sugli attentati di Parigi. Pubblichiamo integralmente il pensiero dell’ex sindaco Pierluigi Gilli che l’ha condiviso sul proprio blog.
“Nessun fiore, oggi.
Si, è vero, coi fiori si adornano le tombe.
Ma adesso i sepolcri sono ancora vuoti, ci solo solo 120 salme oltraggiate e disperse, che richiedono pietà e destano sgomento prima di essere ricomposte e degnamente riposte.
Il male è tra di noi.
Il puzzo di zolfo si è sostituito al profumo dell’incenso.
Gli assassini nel nome di un dio inumano come i suoi truci missionari si beano con la falce della morte, seminano strage e terrore.
Non sono dei folli, non sono fanatici: questa è la loro natura, questa è la loro idea di primitiva società, questa è la loro fede, che richiede sacrifici umani, spargimento di sangue, macellazione rituale.
Un disegno tragico, brutale, contro cui reagire.
Il male ha un nome, si chiama Stato Islamico.
Islamico.
Non cristiano, ebraico, buddista, induista, animista.
Non c’è più tempo, il califfo redivivo dell’islam ha scatenato le truppe, che sono tra di noi e ci colpiscono a tradimento.
La tolleranza ha prodotto le stragi.
Adesso basta, non si può inneggiare al dialogo solutorio con chi ci vuole solo sottomettere e capisce soltanto la lingua della guerra.
“Getterò il terrore nei cuori dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi!” (Corano, 8:12).
Siamo in pericolo, ci considerano infedeli da abbattere.
È l’ora della reazione, ci dobbiamo mobilitare per difendere la nostra sicurezza, la nostra pace, la nostra civiltà, il nostro futuro.
La pietà non basta più.
Questa è la fine per chi, come noi, crede nel Dio della misericordia o, comunque, nella pace, nell’eguaglianza, nella libertà:
“La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l’ignominia che li toccherà in questa vita; nell’altra vita avranno castigo immenso.” (Corano, 5:33).
Li abbiamo già visti all’opera dove hanno preso il potere, senza remore e con cieca violenza, con trista coerenza: taglio di gole, crocifissioni, roghi, lapidazioni, frustate, riduzione a schiavitù, donne e bambine violate, vendute, costrette al matrimonio, conversioni forzate, insigni opere d’arte demolite, chiese e templi abbattuti, comunità disperse e incarcerate.
Noi aderiamo (ma lo sappiamo?) alla Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo dell’ONU, che all’art. 18 attesta: Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti”.
Ma ciò non è compatibile con l’Islam, la cui contrapposta Dichiarazione islamica dei diritti dell’uomo, proclamata il 19 settembre 1981 (beffardamente) a Parigi, in proposito dichiara: “Art. 12 – Il diritto alla libertà di pensiero, di fede e di parola – Ogni persona ha il diritto di pensare e di credere, e di esprimere quello che pensa e crede, senza intromissione alcuna da parte di chicchessia, fino a che rimane nel quadro dei limiti generali che la Legge islamica prevede a questo proposito. Nessuno infatti ha il diritto di propagandare la menzogna o di diffondere ciò che potrebbe incoraggiare la turpitudine o offendere la Comunità islamica: «Se gli ipocriti, coloro che hanno un morbo nel cuore e coloro che spargono la sedizione non smettono, ti faremo scendere in guerra contro di loro e rimarranno ben poco nelle tue vicinanze. Maledetti! Ovunque li si troverà saranno presi e messi a morte» (Cor., XXXIII:60-61)”.
Non illudiamoci, la differenza è ontologica, insuperabile; tertium non datur.
Oggi ci indigniamo, ma domani torneremo superficialmente alle comodità di una vita sazia e orba, tanto preoccupati di non discriminare, di tollerare, di essere comprensivi, aperti, “moderni”; con ciò negando le nostre radici, la tradizione di secoli che ha dato una fisionomia alla nostra civiltà. Relativisti d’accatto, con il complesso di colpe non vissute, stiamo perdendo l’identità, che è un diritto per ogni individuo, per ogni comunità, per ogni popolo e che noi stemperiamo, attutiamo in nome di un’incoerente rispetto per gli altri, al punto di negare le nostre origini e abitudini.
Ma questi altri, fortemente motivati e coerenti, non hanno rispetto; hanno uno scopo, peraltro definito sacro dalle loro increate scritture, che promettono premi eterni a chi combatte per quella finalità: la sottomissione universale.
Le stragi proseguono: si abbattono aerei, di uccidono giornalisti, si sparge il terrore in una tranquilla serata di novembre.
Fino a quando il “nostro” mondo resisterà?
Gli esempi sono sconfortanti: non dimentichiamo che le più antiche Chiese apostoliche dell’Africa settentrionale, da cui veniva Sant’Agostino, sono state spazzate via in pochi decenni dopo le conquiste islamiche dei secoli VII e VIII: chi se le ricorda?; al giorno d’oggi, i cristiani, dal 10% che erano con Saddam Hussein, sono praticamente spariti dall’Iraq e stanno sparendo dalla Siria, ridotti a profughi; i Copti egiziani, 25% della popolazione all’inizio degli anni ’50, si sono ridotti al 10% in un paese tra l’altro “moderato” e se ne vanno in esilio.
Adesso la minaccia è qui: a Parigi, in Europa; l’8 dicembre inizia il Giubileo a Roma.
Che aspettiamo? Siamo già rassegnati a scomparire?
Potrebbe essere una soluzione, comoda, anestetica…
Tutti sottomessi, senza più i problemi della democrazia, della libertà: omogeneizzati, sterilizzati, verso l’estinzione.
Piangere i morti a Parigi non basta; «un attacco alla pace di tutta l’umanità che richiede una reazione decisa e solidale da parte di tutti noi per contrastare il dilagare dell’odio omicida in tutte le sue forme» (Papa Francesco, tramite il portavoce p. Lombardi).
Urge pensarci.
Seriamente.
Con la consapevolezza di chi siamo, da dove veniamo, di quale futuro vogliamo per i nostri figli, per la nostra Patria, per la nostra civiltà.
È un dovere, anche se costerà.
14112015
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Commenti
lectio magistralis o catastrofismo apocalittico ? l’esempio che hanno dato i politici saronnesi alle ultime elezioni non fa ben sperare se la soluzione ( mancata ) è unire le forze e superare le differenze in nome della condivisione e della determinazione comune. paradossale suona il richiamo alle parole del Papa se nella pratica ognuno guarda al proprio posto nel consiglio comunale o nel parlamento nazionale.
BRAVO AVV. GILLI, NON SONO QUASI MAI D’ACCORDO CON IL
SUO PENSIERO (POLITICO) MA IN QUESTO COMMENTO SOLIDALE AL 100%.
P.S. LA POLITICA E LA CHIESA COMUNQUE 20 ANNI FA DOVEVA ESSERE PIU’LUNGIMIRANTE! ORA E’ TROPPO TARDI!!
No ragazzi ma ci rendiamo conto? Avv. Gilli, lei sarà anche un abile conoscitore del diritto amministrativo, ma sulla storia delle religioni un po meno. Non saprei nemmeno da che parte iniziare a contraddirla, troppi gli spunti.
Si ricordi solo una cosa però: a essere perseguitati da questi folli dell’isis sono in primo luogo proprio i misulmani, sciiti e sunniti. Mica solo ebrei e cristiani, come volete far credere.
E allora di coda stiamo parlando? I siriani musulmani che fuggono a piedi verso l’Europa lo fanno per sottrarsi alle lame di questi assassini. Niente da dire in merito?
Smettiamola con questa retorica dell’occidente contro l’Oriente, islam contro cristianesimo. Chi continua a puntarci, non ha capito nulla.
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Io mi formo le mie opinioni sui documenti. Lei parla, ma non smentisce i documenti che ho citato. Stia tranquillo, da 40 anni studio e mi occupo di storia e relazioni tra culti e Stati, sicché capisco. In modo diverso dal Suo, se permette, senza dare dell’ignorante a nessuno, nemmeno a Lei , coraggioso Anonimo
dall’altra parte non chiamano, fanno già le mezzalunate, la mortifera follia
Ci siamo già arresi.
Per prima la chiesa cattolica che con la scusa di assistere dei poveri accudisce anche ai musulmani che invece la combattono in tutto il mondo uccidendo o facendo emigrare i cristiani.
Secondi i nostri intellettuali, in particolare di sinistra che continuano a sostenere la tolleranza, il multiculturalismo e la (secondo loro) pacifica convivenza religiosa. Ci propongano anche loro le future soluzioni visto che frullare tutti assieme non è servito a nulla visto che ognuno mantiene le proprie usanze, tradizioni, mangia gli stessi cibi e non si stacca dai principi sbagliati delle proprie religioni creando invece uno stato di persone laiche e moderate.
qui siamo alla follia e alla chiamata alle crociate.
Gent.issimo Avvocato Gilli,
Il suo è un umile e sensato discorso, purtroppo credo però che oramai sia troppo tardi e l’estinzione della nostra cultura sia inevitabile. Cosa ne facciamo di tutti i musulmani risiedenti sul suolo europeo? Li mettiamo nei campi di concentramento? Li rimandiamo a casa?(quale casa?). La politica doveva aprire prima gli occhi, il corano lo si poteva leggere anche 20anni fa quando l’invasione è iniziata e si poteva arrivare prima alle conclusioni: il popolo e la cultura islamica non è compatibile con noi, ma non per nostra colpa, ma perché è nelle loro leggi e nella loro religione l’odio verso di noi. Ora cosa possiamo fare? Lei che soluzioni propone? Iniziamo a fare guerra a tutti i musulmani nelle nostre città? Io la farei anche, ma la vittoria non è per niente scontata, anzi…questi personaggi non hanno paura della morte e il loro obiettivo, come preannunciato dalla Fallaci anni fa, è conquistarci.
Purtroppo per i nostri figli penso che siamo ad un punto di non ritorno per colpa di molti politici che hanno chiuso gli occhi per anni e non han voluto vedere la realtà delle cose.
Allora se proprio dobbiamo perire, facciamolo con onore e rispetto per chi ha lottato per secoli per la nostra cultura e per i nostri ideali. Che guerra contro l’Islam sia.