Cantiere al cimitero: la lettera aperta di congiunti amareggiati
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2 novembre, festa dei morti.
É un giorno triste. Quando uno è triste non servono le classifiche, non c’è un tristometro, è inutile dire sto mediamente peggio di te o decisamente meglio di te, si diventa tutti ottusi ed egoisti e la propria tristezza diventa una grande campana in cui ci si chiude, per non ascoltare la tristezza degli altri.
É un giorno triste. Non potremo neppure pregare davanti alla tomba del nostro caro. É stata abbandonata vicino ai water puzzolenti, dimenticati anche loro dentro il recinto di plastica rossa di un cantiere infinito.
Le preghiere volano é vero. Non hanno muri o marmi. Ma …
La cristianità vive anche di gesti. Per noi oggi é come ricordare il Santo Natale, rinnovare lo stupore della nascita senza il bacio a Gesù bambino.
I gesti sono attenzioni. Sono le azioni che accendono amore, ricordi e stime.
Nel nuovo campo F del cimitero di Saronno nessun gesto sarà possibile. Uno sguardo, un ricordo, un momento raccolto, un fiore lasciato. Non é possibile oggi. Non é stato possibile da maggio, da quando sì é aperto il cantiere.
Sei mesi!
Sei mesi per stendere una nuova guaina impermeabile su una superficie grande più o meno come due normali appartamenti di famiglia.
Sei mesi!
E potranno diventare sette, otto o anni interi. Non per costruire una diga ma per qualche centinaio di metri quadrati di guaina.
Sei mesi!
Per togliere una delusione non basta una lettera di scusa, o scaricare la responsabilità su chi ha iniziato il cantiere o progettato e costruito l’opera nei vecchi tempi.
Sono parole senza un gesto nobile che non bastano neppure ai bambini che cresceranno e diventeranno adulti, e capiranno subito che quello che gli avevano detto da piccoli non è vero.
É una bugia che tutti vogliono consegnare ai bambini un mondo migliore, è un passaparola che dura da decenni, e il risultato è questa Terra, questa Saronno orribile e vuota di ogni attenzione.
Sei mesi!
Il comune di Saronno ha negato un nostro diritto. L’ha fatto da subito vendendo un’opera che faceva acqua, l’ha fatto senza un piano di manutenzione facendo cadere pezzi di marmo, l’ha fatto non rispettando il giusto tempo per la riparazione.
Sei mesi!
Il comune di Saronno nega i diritti ma chiede sempre il nostro dovere. Presenta ed esige il pagamento di una bolletta intera di un anno per una luce, una fiammella sulla tomba che é spenta da maggio. L’attenzione non esiste, mai.
Quando si riaccenderà? Non lo so.
Resta la certezza di una grande tristezza e di una immensa delusione.
2 novembre, festa dei morti
(foto archivio)
Famiglia Robbiati Carugati