Indelicato (Fdi), riflessione sul voto di domenica: “Licata ideologico, Fagioli concreto”
Come coordinatore cittadino di FdI sono parte in causa nella votazione di domenica prossima, e quindi sarebbe inverosimile da parte mia pretendere di essere imparziale rispetto alla questione che affronto. Ma è anche vero che il puro astratto raziocinio non esiste, è invenzione di filosofi che furono, nella realtà storica, agitati da forti passioni.
Premesso ciò, mi interessa porre il più serenamente possibile un confronto fra i due candidati sindaci rimasti in lizza: Francesco Licata ed Alessandro Fagioli.
Non conosco personalmente Licata: l’ho incrociato un paio di volte per strada e l’ho visto in fotografia. Devo dire che così a pelle mi è piuttosto simpatico. Non ha nulla del tetragono aparatcik comunista (alla Cossutta, per intenderci, ma oggi ne rivediamo i tratti nell’onorevole Fiano o nell’assessore Maiorino) né del sussiegoso e saccente azionista (alla Scalfari, per intenderci di nuovo). E neppure, infine, ha quell’espressione di melensa bonarietà che hanno molti appartenenti alla famiglia cattocomunista. No: ha piuttosto l’aria di una persona per bene finita lì un po’ per caso, e che cerca di cavarsela meglio che può.
E allora, diranno i pazienti lettori, perché non votare questo giovane che si presenta con questo aspetto volonteroso, dialogante, non dogmatico? Il motivo è uno solo: perché è uomo del Pd e, come tale, deve comunque soggiacere ad alcuni stereotipi ideologici. Per quanto riguarda l’ordine pubblico, ad esempio, egli è un “amontista”, vale a dire ritiene (sempre che lo ritenga davvero) che la delinquenza va affrontata con quelli che sono sostanzialmente degli interventi pedagogici: alla radice, intravediamo il vecchio e sdrucito assunto rousseauiano secondo cui l’uomo nasce buono e la società lo corrompe. Per quanto concerne, invece, la viabilità cittadina, egli soggiace al dogma ecologistico-biciclettaro che da tempo ha rimpiazzato più antichi dogmi di origine marxiana e leninista crollati sotto il peso degli eventi storici, garantendo così alla sinistra (insieme all’animalismo, al gender e a simili amenità) la sopravvivenza ai suoi miti fondanti.
Così, cosa succederebbe se il simpatico Licata si imponesse sul suo avversario? Saronno rimarrebbe quello che oggi la vediamo essere: terra di bivacco e di conquista per la malavita di origine straniera, landa sempre più spopolata dai saronnesi con conseguente affanno di tutte le attività economiche, specialmente quelle che si affacciano su strada. Insomma, come andiamo dicendo da tempo, la nostra città sarebbe sempre più simile a Milano, metropoli con vaste zone oramai fuori controllo per lo strapotere di rom e altri malavitosi di variopinta estrazione, con un traffico cervellotico dove si alternano zone intasate di auto ad altre di squallida solitudine.
Poi incontri Alessandro Fagioli, ti dimentichi l’ideologia e ritrovi il principio di realtà. Quel principio che ti fa vedere le cose per quello che sono, e non come qualche cattivo e interessato maestro pretende che siano. Fagioli non è, ad esempio, prigioniero di quell’indiscriminato solidarismo per cui l’intera popolazione africana potrebbe confluire e stanziarsi fra le Alpi e Capo Passero, spesata e pasciuta a spese del nostro contribuente nel sogghignante disinteresse dell’Europa. Né egli ritiene che lo scippatore o il ladro di appartamenti siano soggetti da rieducare tramite corsi di civismo, e nell’attesa della redenzione da sostentare economicamente e da accogliere in un alloggio comunale insieme alla numerosa famiglia. Né, ancora, pensa all’imprenditore e al commerciante come al nemico di classe, dunque da considerare come una riottosa vacca da mungere. E infine sa che quanti di noi al mattino mettono in moto loro automobile non lo fanno in spregio al moderno totem ecologistico, ma semplicemente per recarsi al lavoro o al supermercato più rapidamente e comodamente (sarà pure un nostro diritto!) e disporre così di qualche ritaglio di tempo per tirare il fiato e attendere a ciò che più piace.
Ma ho confidato anche troppo nella pazienza dei lettori. Non mi resta quindi che concludere con un’esortazione: non accettiamo di sentirci intrusi nella terra dove siamo nati, non rassegniamoci a girare per le nostre strade intimoriti, afflitti da sensi di colpa nei confronti di chi ci sta derubando del portafoglio e delle radici, riprendiamoci Saronno, ritroviamo noi stessi e il 14 giugno votiamo Alessandro Fagioli!
Alfonso Indelicato
09062015