Gilli: “Serve un rilancio economico e produttivo della città”

SARONNO – “Per il rilancio economico della città è fondamentale che il Comune sostenga le attività produttive e commerciali con la dovuta attenzione e attraverso alcune iniziative che possano favorirle”. In occasione della Festa dei lavoratori, il candidato sindaco Pierluigi Gilli riflette sui possibili interventi da mettere in atto per riaccendere la vita economica e commerciale di Saronno. Tanti i progetti che possono essere messi in campo, a partire da “incentivi tributari e urbanistici, semplificazione delle procedure amministrative e messa a disposizione di aree per la creazione di incubatori micro-produttivi, soprattutto le start-up giovanili, in sinergia con i contributi regionali”.
In tal senso, le aree dismesse potranno rappresentare una grande risorsa: “Dalla loro riqualificazione si potrà prevedere non la mera edilizia residenziale, ma un mix di funzioni differenti, con tutte le opportune cautele per la convivenza e la vivibilità – spiega Gilli – Accanto a strutture con finalità residenziale se ne possono quindi predisporre altre con scopi sociali, culturali e anche produttivi, come industrie di alta tecnologia e non inquinanti, ma anche laboratori artigianali, spazi commerciali di vicinato o di medie dimensioni, terziario e terziario avanzato e strutture ricettive per il turismo congressuale e d’affari, oltre che, appunto, incubatori per giovani imprese”.
Per dare un nuovo impulso all’economia locale sarà inoltre essenziale “il confronto e la collaborazione tra associazioni di categoria e dei consumatori, unitamente alla partecipazione costante a bandi di finanziamento regionali, statali e dell’Unione Europea”, per fare in modo che il commercio abbia un proprio tratto distintivo, “un’identità locale specifica, da diffondere anche attraverso la creazione di un marchio che ne attesti la tipicità, creando un proficuo marketing territoriale per la valorizzazione del grande centro commerciale rappresentato da tutta la città e dal centro storico in particolare, puntando all’eccellenza e alla flessibilità”.
Gilli conclude con un affettuoso augurio a tutti i lavoratori: a chi è ormai a riposo, a chi è attivo e vive le incertezze della crisi; a chi ha perso l’occupazione, ma sta lottando per riconquistare un posto; a chi si affaccia al mondo lavorativo; la voglia di fare non manca; la speranza è che il lavoro, come mezzo per l’affermazione della propria dignità e dell’esplicazione della propria personalità e professionalità, torni presto ad essere una realtà diffusa e sicura, un diritto riconosciuto, come insegna l’art. 1 della nostra Costituzione.
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Commenti
Solo qualche anno fa il signor Gilli programmava sulle aree dismesse di via Varese, via Milano una valanga di cemento residenziale
ed ora vuole il lavoro, il terziario e l’artigianato….. tutte parole finte per portare il centro commerciale ed uccidere definitivamente la nostra città …. ricordate il cardo e il decumano ??
Di tutte quelle -chiacchere – del Signor Gilli rimane lo scheletro di costruzioni e palazzi con vendite fallimentari …
Ma quali fesserie racconta Gilli?
“Dalla loro riqualificazione si potrà prevedere non la mera edilizia residenziale, ma un mix di funzioni differenti, con tutte le opportune cautele per la convivenza e la vivibilità…”
A dire il vero la sua ultima Giunta ci ha lasciato lo scempio di un territorio devastato e di debito per il comune… Non si vergogna a parlarle?
Come la mettiamo con le fidejussioni bancarie di costruttori in bancarotta?
Perchè imbroglia i cittadini, come quasi tutti del resto… Le aree dismesse è tanto se nei prossimi cinque anni non saranno devastate… Parliamo seriamente di lavoro e di povertà, please ?
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Ecco, appunto: vedi via Ferrari (dietro la Stazione, per intenderci), con le “moderne” rovine fatiscenti di “nuova concezione urbanistica”, ora diroccate e rimaste ad emblema (e monito) di una pessima gestione del territorio.
Per il resto, un’accozzaglia di slogan inflazionati e stucchevoli: mi spiegherebbe cos’è un “incubatore micro-produttivo” o una “start-up giovanile”? Ammesso che dovrei, a buon titolo (almeno anagraficamente) rientrare nella categoria dei “giovani”, non riesco davvero a scorgere tutto questo valore aggiunto che si vorrebbe attribuire (per ragioni propagandistiche) alla mia generazione. Specie da coloro che, evidentemente, non ne fanno più parte.